Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Se proprio si doveva fare un seguito/remake di Blade Runner, il canadese Denis Villeneuve era indubbiamente una prima scelta per la regia. E il film è, in effetti, sostanzialmente riuscito, anche se lontano dalla profondità filosofica e al tempo stesso dalla semplicità dei rovelli esistenziali del prototipo.
I vecchi modelli d'androide Nexus hanno ormai smesso di ribellarsi e preferiscono nascondersi per condurre una vita anonima, ma i blade runner (i cacciatori di androidi) continuano implacabilmente a dar loro la caccia per eliminarli. Nell'eliminare uno degli ultimi modelli in circolazione, il blade runner incaricato trova un indizio che lo conduce a scoprire che probabilmente il suo predecessore Deckard e l'androide Rachael hanno avuto un figlio. E il nostro blade runner, del quale non è certa la natura, comincia a sospettare di essere il frutto dell'amore preannunciato nel finale del primo Blade Runner.
Blade Runner 2049 è un film ben fatto e che si vede volentieri, seguito putativo dell'opera di Scott, ambientato in un mondo spopolato e morente, paradossalmente ancora meno vivace del capostipite, del quale rappresenta una sorta di remake raggelato: e infatti se là le lacrime si perdevano nella pioggia, qui si ghiacciano sulle palpebre di chi le versa. Villeneuve è un regista che sa muoversi fra i temi filosofici già messi in campo dall'archetipo letterario e cinematografico (l'aspirazione creatrice dell'uomo, l'ossessione della morte per gli androidi) e quindi si conferma il regista giusto per il seguito/remake di Blade Runner. Se proprio lo si doveva fare. (11 febbraio 2019)
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