Regia di Michael Cimino vedi scheda film
I "Cancelli del cielo", sono in realtà le porte degli inferi, il confine oltre il quale la bestialità e l'avidità umana rendono il branco come un'orda famelica che procede, tramite giustizia sommaria, alla rivendicazione di diritti di sfruttamento e proprietà che in realtà non esistono.
Una violenta contesa che oppone tirannici e facoltosi allevatori di bestiame ad oltre un centinaio di contadini russi immigrati nelle splendide e fertili terre del Wyoming per contivarle, acquisendole in base a regolari certificati di proprietà che gli allevatori disconoscono e rendono nulli, portando alla miseria e alla fame una intera comunità, costretta allo stato di indigenza, e dunque a rubare e macellare di nascosto qualche capo di bestiame, venendo puntualmente scoperti e fucilati all'istante.
Un ricco ex brillante universitario di nome Averil, trasferitosi in quelle terre e divenuto sceriffo della contea vicina a quella della disputa, si offre di aiutarli e proteggerli, inimicandosi i ricchi allevatori, che arrivano a stilare la cosiddetta “lista della morte”, che racchiude circa 150 uomini e donne da giustiziare sommariamente per eliminare quel problema ingombrante ed irrisolvibile.
I cancelli del cielo (1980): Kris Kristofferson
Ma I Cancelli del cielo è fatto anche di una potente, contrastata storia d'amore tra lo sceriffo democratico (Kris Kristofferson, cantante country ed attore, qui impegnato nel suo miglior ruolo della carriera cinematografica comunque tutt'altro che sporadica ed occasionale), un freddo avvocato-killer di nome Billy Irvine, che sceglie inizialmente di difendere la parte degli allevatori (Christopher Walker magnifico, nuovamente nelle mani di Cimino dopo lo straordinario successo de “Il cacciatore”), salvo poi rendersi conto – troppo tardi – dell'orrore e dell'ingiustizia che essi stanno perpetrando ai danni di una comunità pacifica e laboriosa: due uomini che si contendono la bella e minuta, ma oltremodo tenace e coraggiosa, indipendente Ella, graziosa prostituta di origini francesi che entrambi amano e cercano di fare propria.
I cancelli del cielo (1980): Isabelle Huppert, Kris Kristofferson
I cancelli del cielo (1980): Kris Kristofferson
Sarà Ella – una Isabelle Huppert in quello che resta uno dei suoi ruoli migliori e potenti, sena nulla togliere alla sua pur variegata e duttile carriera, spesso anche a livello internazionale - anch'essa finita nella lista della morte a causa dell'usanza a venir pagata anche con bestiame di dubbia provenienza in luogo del denaro - suo malgrado, a fare la propria scelta, salvo poi adeguarsi ai drammatici eventi del destino e scegliere la soluzione di ripiego, amara per entrambi gli amanti sopravvissuti, e tragica nel suo epilogo inesorabilmente scritto nel destino della coraggiosa e minuta donna.
I cancelli del cielo, funestato da problemi produttivi dettati anche dal desiderio del gran regista Michael Cimino di dare sfoggio a tutta la sua vena creativa e rappresentativa, che risulta di fatto uno dei punti forti di un western potente, magniloquente e magnifico – uno dei migliori degli anni '80 – se non il migliore, ha portato al fallimento della nota casa di produzione United Artist incassando nemmeno un decimo del suo costo complessivo, lievitato oltre misura.
I cancelli del cielo (1980): scena
I cancelli del cielo (1980): scena
Ma, ripeto, il film è un capolavoro assoluto, forse la punta massima di un regista che ha diretto pochi film ma tutti, a loro modo ,fondamentali o notevoli, e che tuttavia stentò a riprendersi dopo la delusione degli incassi rovinosi accusati dea una pellicola non compresa, boicottata, non appoggiata come avrebbe meritato, e rivalutata troppo tardi.
Grandi scene madri introducono già all'inizio un'epopea della sopravvivenza che risulta un percorso verso il massacro; splendide e scenografiche inquadrature delle magnifiche vallate ubertose dello Wyoming divengono protagoniste al pari degli eccellenti attori coinvolti: oltre ai già citati segnalo altresì il perfido Sam Waterston, John Hurt, Brad Dourif, Jeff Bridges, un giovanissimo Mickey Rourke che ritroverà in più occasioni la direzione del grande regista italoamericano e, in un cameo all'inizio, il grande vecchio Joseph Cotten.
I cancelli del cielo (1980): Christopher Walken
Cimino si prende tutto il tempo necessario per introdurre uno scontro sanguinoso che si inserire come una delle innumerevoli pagine sanguinose che hanno caratterizzato la nascita di una nazione oggi baluardo dichiarato di democrazia e giustizia sociale.
E in tutto questo ammaliante festival di grandiosità e spettacolarità, sono i cieli infiniti e coreografici delle terre del nord a rimanere indelebili nella mente dello spettatore, le montagne rocciose e leggermente innevate, i prati erbosi pettinati dal vento che declinano dolcemente al fiume, la vegetazione floreale che dipinge di rosa un paesaggio quasi incantato, un paradiso al cui limitare la pochezza e l'avidità umana danno luogo ad un vero e proprio inferno di violenza e sopraffazione.
Il contrasto potente ed esuberante tra l'aspetto angelico e paradisiaco dell'ambiente circostante, e – di contro – la cattiveria senza limiti che anima le menti umane, raggiungono vette espressive e stilistiche davvero insuperabili.
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