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I cancelli del cielo

Regia di Michael Cimino vedi scheda film

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La recensione su I cancelli del cielo

di supadany
8 stelle

VOTO : 7.

Vera opera a tutto tondo questa di Cimino, flop memorabile (tanto che la parola flop potrebbe essere sostituito nel gergo cinematografico con un appellativo del genere “ è i “Cancelli del cielo” del regista” per definire un vero fiasco commerciale), ma anche piuttosto pronosticabile, vedendo il tipo di prodotto che ne è uscito.

Cimino è diventato così, improvvisamente, un regista scomodo, e per me si merita di essere considerato un grande anche per questo (perché ha fatto ciò che voleva si è giocato tutto, probabilmente sapendo di uscirne sconfitto, ma soddisfatto per aver potuto fare qualcosa a cui teneva profondamente).

Così, dopo un successo globale come “Il cacciatore” (film meraviglioso in tutti i sensi), ha potuto fare quello che a pochi è concesso, ovvero un vero e proprio blockbuster d’autore.

Grossi investimenti a fronte di una storia dura da recepire (soprattutto per il pubblico americano che infatti disertò completamente), una realizzazione magniloquente in tutto e per tutto, senza strizzare l’occhio a nessuno (un budget altissimo, sforato più volte); insomma il colpevole di tutta questa nomea rimane il produttore che non sapeva fare il suo lavoro (come si fa ad aspettarsi grandi incassi da una pellicola del genere?), ma che ci ha comunque permesso di assistere ad un’opera imponente, assolutamente imperfetta, ma tutta da vedere.

E come si sono spesi i tanti dollari si vede fin dalle primissimi immagini, ovvero scene di massa assiemate con classe e stile, vedi il balletto circolare all’inizio per esempio, ma anche la marcia verso il congresso.

Da qui una storia che si prende i suoi tempi senza remore (ho visto la versione tagliata da 145 minuti circa), che colpisce basso mostrando la brutalità più infima propria dell’essere umano, in una landa di terra che per tanti ha sempre rappresentato il sogno americano dove chiunque poteva realizzare i suoi progetti.

Ed invece qui vediamo gli avidi latifondisti stilare una lista di 125 nomi di povera gente da eliminare grazie a mercenari presi dai bassifondi solo per favorire il proprio estremo benessere.

Sullo sfondo un triangolo amoroso, sorretto da tre interpreti scelti ad hoc (nella mia ignoranza cinematografica, sono rimasto rapito dalla Huppert così giovane, è la prima volta che mi imbatto in un suo film del periodo) che regalano tanto alle loro figure.

Non mancano poi carrellate paessagistiche di rilievo, lo spettacolo hollywoodiano è relegato solo ad una cruenta battaglia nel finale, che però finisce come il sogno (e la mecca del cinema con esso) non vorrebbe mai ammettere potesse finire.

Ed invece è così, con buona pace di tutti, l’integrità per una volta non ammette concessioni di sorta.

Certo che siamo d’innanzi ad un’opera imponente e tremendamente trasportata.

I difetti ci sono e minano, almeno in parte, il giudizio complessivo, e sono un finale decisamente stringato (non capisco perché tagliare in questo frangente) e qualche tempo morto effettivamente non proprio determinante nel corso del rimanente timing.

Per il resto è un grande film, che alla fine, anche grazie alle sue sfortune produttive, non verrà mai dimenticato.

Mastodontico.

Su Michael Cimino

VOTO : 7.
Regia da vero (grande) autore. Sceglie un tema portante ostico e lo infacisce con una bella e non banale storia d'amore.
Molto bravo nel gestire le scene di massa, lungo nei tempi, in questa versione un pò troppo vago nel finale.
Nel complesso regia meritevole, seppur con qualche difetto.

Su Kris Kristofferson

VOTO : 6/7.
Prova robusta.

Su Christopher Walken

VOTO : 6/7.
Un volto così non si spreca mai, anche se non è la sua migliore.

Su Isabelle Huppert

VOTO : 7.
Stupenda, naturale, spigliata, l'ho trovata veramente magnifica.

Su Jeff Bridges

VOTO : 6.
Ruolo di secondo piano che non gli permette di mettersi in mostra.

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