Regia di Woody Allen vedi scheda film
Nevrosi matrimoniali e quasi freudiane, una manica di incompresi personaggi all’assidua ricerca di quello che dovrebbe essere il vero amore e finisce solo con l’illuderli e ferirli. Nella girandola degli eventi che compongono magistralmente Mariti e mogli, deliziosa e devastante commedia di Woody Allen, è l’amore il grande protagonista. Ma soprattutto la fine dell’amore. Dalla fine dell’amore e si parte e a quella si ritorna. Probabilmente le varie citazioni da Bergman(da sempre uno dei grandi maestri idolatrati da Allen) e Fellini, servono da sfondo a ciò che è veramente il film: Il film è, in poche parole, il testamento artistico di Woody Allen. Dopo le riflessioni religiose e sociali del capolavoro Crimini e misfatti e un paio di anni non ai massimi livelli, Allen decide di tornare serio e girare splendidamente(con un montaggio e un modo di girare irrefrenabile) una maratona sperimentale che inquadra i sentimenti e i mutamenti di forma dell’amore nel tempo. Abbiamo due coppie, Gabe e Judy Roth, apparentemente senza veri e propri problemi di coppia e Jack e Sally, che hanno deciso di divorziare. Quando danno la notizia ai coniugi Roth, anche l’esistenza dell’altra coppia cambia e sembra siano avviati così verso una grande e tremenda crisi di coppia. Tra dialoghi frizzanti, una cinepresa che gira come se fosse in un dibattito politico, un cast di grandi attori costretti a fronteggiarsi con un regista che gli richiede tutta la grinta possibile e anche la capacità di esprimere vere emozioni sullo schermo e una trama complessa ma ben articolata che chiude lo spettatore nella classicità della messa in scena dell’amore come nevrosi. E’ paradossale come nel film la coppia che sembrava più unita, si identifichi come quella in realtà meno unita, e che invece la coppia meno unita, riesca a rifarsi velocemente una vita. Ma nel cinema di Allen, lo sappiamo, i monologhi sono il punto forte. E qui i monologhi si hanno verso uno psicanalista(immaginario?), mentre Allen si rivolge palesemente al pubblico cercando risposte a domande insolubili. C’è molto di autobiografico in questo film: Allen lo scrisse e lo diresse mentre si stava svolgendo una vera crisi matrimoniale, come quella tra lui e l’allora moglie Mia Farrow, dovuta alla scappatella avuta da Allen con la figlia adottiva di lei. Quindi, Mariti e mogli più che un manuale per l’uso è una sfida incontrastata contro il potere dell’amore e della rottura di questo. Non solo un grande film, ma una grande presa di posizione nei confronti delle proibizioni date dall’idea del matrimonio, che ritorneranno anche in altri film del buon Woody, come La dea dell’amore e Anything Else. Non resta da sottovalutare l’elemento comico e grottesco della vicenda: il regista fa il burattinaio di un mondo incantato dedito all’autodistruzione della propria felicità coniugale, con grande stile e grande caparbietà. Un burattinaio che quando si stanca dei suoi giocattoli li lascia cadere tagliando i fili che li legano. Quasi come nella realtà alleniana.
Grande prova dietro la macchina da presa.
Molto divertente,come al solito.
Sempre più rilassata e brava.
Altra gran prova.
Si dimostra anche un buon attore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta