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Nessuno

Regia di Francesco Calogero vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nessuno

di hallorann
4 stelle

Nessuno” si potrebbe classificare tra i “classici” del minimalismo italiano anni novanta. Piccole storie di piccoli uomini e piccole donne. La storia di Nico Storchi che dall’infanzia all’adolescenza elabora un trauma che lo ha segnato fino alla estrema scelta dell’afasia perde di interesse nello snodo degli 80 minuti complessivi. Ha dei momenti decisamente più coinvolgenti nella prima parte, ambientata nel collegio tra dinamiche di rapporto tra compagni di classe e tra colleghi professori. I rapporti irrisolti di Nico con il padre e una madre mai del tutto amata e ora in coma ed un docente che, rispetto agli altri, cerca di capirlo perché legato a filo doppio con la figura materna segnano il resto. Situazioni di raccordo che conducono alla risoluzione del complesso di Nico sul finire della storia, quando si riscatta agli occhi di Nora.

 

Francesco Calogero, alla terza prova filmica, dirige con semplicità la prima parte, non altrettanto nella seconda impantanandosi nel groviglio interiore del protagonista. Ciò che può incuriosire in “Nessuno” sono due elementi in sostanza: il titolo mutuato dall’Odissea di Omero e televisiva (quale ricordo di infanzia) di Franco Rossi con tanto di intervento omaggio al poeta Ungaretti e il cast. Nico ha il volto imberbe di Roberto De Francesco: attore di teatro caro a Martone e oggi consumato caratterista, il quale all’epoca sembrava lanciato tra ruoli di prima e immediata seconda fila. Un volto rassicurante dalla recitazione sottile e da una buona espressività. Sergio Castellitto nei panni del professor Elio Tropia si distingueva come volto e carattere affidabile per qualsiasi tipologia di film cinematografico e televisivo. Renato Carpentieri, il direttore comprensivo ma sveglio e arguto del collegio, era una certezza già da un paio di anni o poco meno. Gli altri e le altre interpreti (anche le loro psicologie e sfumature sono incerte) restano sul solco del minimalismo recitativo, corretto e senza guizzi.

 

 

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