Regia di Anatole Litvak vedi scheda film
Un film coraggioso, per il periodo in cui fu girato.La narrazione si avvale di un ritmo che non lascia per un attimo lo spettatore in preda alla noia,specialmente per l'interpretazione della De Havilland,sul cui volto si vedono passare sensazioni e sentimenti fulminei quali si possono vedere sui volti dei bambini piccolissimi o dei malati di mente che regrediscono all'elementarietà dell'infanzia. Alcune situazioni sono un po' forzate per dar risalto alla funzione didascalica del film,specialmente nella netta divisione tra "buoni" e "cattivi" fra il personale dell'ospedale psichiatrico.Quanto forzata la perfidia dell'infermiera Davis, unicamente finalizzata a dar maggior risalto alle sofferenze della sventurata protagonista, al pari dell'esagitato personaggio del presidente della commissione d'esame che boccia la dimissione della De Havilland : vi figurate uno psichiatra che agita minacciosamente e ripetutamente il dito come un implacabile inquisitore a un palmo dalla faccia dell'interrogata semza accorgersi del profondo turbamento causato da questo gesto? E' poi una piacevole sorpresa riconoscere tra i volti delle internate alcune future star di Hollywood, come una giovanissima Celeste Holm, un'altrettanto giovane Betsy Blair,e poi anche una "buona cattiva" di tanti noir come Isobel Jewell,e così via.E poi, vivaddio, quant'erano bravi i doppiatori di allora!
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