Regia di Robert Montgomery vedi scheda film
Direttamente dagli occhi del protagonista, indaghiamo sulla scomparsa di una donna.
Da buon scrittore investigatore Philip Marlowe si rivolge direttamente al suo pubblico (di lettori o spettatori? O, forse, si rivolge a qualcun altro? La polizia?) e li/ci invita a seguire la vicenda che, tra poco, ci narrerà direttamente dai suoi occhi. Ed infatti subito dopo, quando comincia il flashback, la visione diventa inquadrata dalla soggettiva del protagonista (e noi vedremo Philip solo quand'è riflesso nello specchio), inframmezzata solo dalle scene nel presente dell'uomo che racconta.
Ricordo: Siamo sotto Natale. Philip è convocato dall'affascinante direttrice di una agenzia editrice, al quale poco tempo prima lui aveva inviato il proprio manoscritto di un romanzo nella speranza di una pubblicazione, per essere assunto, in qualità di detective privato, per ritrovare una donna, moglie dell'editore. Durante le indagini l'investigatore conosce svariate persone. La donna scomparsa, forse, è stata vista, ultimamente, in riva ad un lago di montagna. E poi? È annegata? Che mistero c'è sotto? Chi l'avrebbe uccisa e perché? In effetti una donna viene rinvenuta nel lago... Chi è? Non rimane che recarsi in loco.
I misteri si accavallano (e i morti pure!) tra false identità e risoluzioni costruite quasi a paragrafi, con l'angolazione in soggettiva che potrebbe farlo sembrare (adesso e non nell'epoca nel quale fu girato!)..... un videogioco interattivo? Eh! Sì! Pensate che ha ispirato, appunto, vari videogiochi noir. Innovativo? Assolutamente sì! Capolavoro? Forse forse quasi, anche perché, a differenza di altri film che si fermano all'idea di confezione innovativa a discapito di trama e colpi di scena, qua c'è (di buono!) anche il resto: costruzione di trama, colpi di scena, regia, attori, musiche (molto suggestive ed inquietanti), ironia latente, etc... Ha anche qualche difetto? Sì, una lungaggine (leggermente) appesantita dai dialoghi che lo rendono, a tratti, leggermente noioso. Comunque, nel complesso, un notevole esercizio di (grande) stile. Tratto da un testo di Raymond Chandler.
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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