Regia di Aldo Vergano vedi scheda film
Sardegna. Alla morte del padre Marianna riceverà una cospicua eredità; il genitore la vorrebbe perciò sposata con suo cugino Sebastiano. Marianna però non ne vuole sapere e ama invece Simone, da cui è ricambiata, che però è un piccolo fuorilegge. Sebastiano mette così i bastoni fra le ruote alla coppia.
Tratto dal romanzo Marianna Sirca di Grazia Deledda, con una sceneggiatura a otto mani che ha visti impegnati Giorgio Pastina, Carlo Musso, Giuseppe Mangione e Alberto Vecchietti, Amore rosso è un melodramma fuori tempo massimo che appartiene di diritto, nello stile, a un cinema italiano già passato, già esaurito, ma con inevitabili risvolti civili nei suoi contenuti (la figura del 'bandito onesto', evidentemente) che lo legano in qualche modo alla sua contemporaneità, quella di un Paese ancora scosso per la seconda guerra mondiale e impegnato nella ricostruzione. Maggiormente attivo nel ruolo di sceneggiatore, come regista Aldo Vergano non ha lasciato grandi prove, sebbene un suo titolo (Il sole sorge ancora, del 1946) venga ricordato fra i capisaldi del neorealismo (ma non sono in molti a poter dire di averlo visto); questa è la sua penultima opera dietro la macchina da presa. A sua disposizione ha fra gli interpreti Massimo Serato, Arnoldo Foà, Marina Berti e Guido Celano, con una minuscola particina non accreditato per Walter Chiari; con un simile cast e con buoni collaboratori tecnici (fotografia di Adalberto Albertini, montaggio di Elena Zanoli, musiche di Franco Casavola), Vergano confeziona un lavoruccio sufficientemente rifinito, per quanto come detto limitato nella portata dei suoi argomenti. 4/10.
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