Regia di Val Guest vedi scheda film
Come nel film, anche noi siamo ormai in corsa... lanciati verso un 'caloroso' futuro... Fra una preoccupazione e l'altra... BELLISSIMA la Janet Munro! ;-)
Questo film è particolarmente interessante perchè negli anni '60 la meteorologia moderna era agli albori ed ancora non erano in auge i quotidiani problemi legati al pur indispensabile 'effetto serra'. Da questo punto di vista posso confermare che non si tratta di un film improvvisato. Scientificamente è abbastanza solido ed è questo un aspetto notevole ed allo stesso tempo preoccupante. Testimonia infatti che nonostante già allora vi fossero conferme di possibili squilibri climatici, abbiamo utilizzato oltre mezzo secolo unicamente per peggiorare la situazione.
Purtroppo i più non hanno assolutamente idea di quali forze abbia in riserbo la natura. Ma presto lo saprà, oltre ad averne già avuto qualche assaggio.
Sul piano cinematografico la storia è molto interessante con qualche digressione di troppo sulle vicissitudini amorose, che divengono tuttavia un po' il filo conduttore in parallelo ed in sinergia con la mera parte 'giornalistica'. Un po' limitate le scene, ma le ricostruzioni e gli effetti speciali non sono malvagi, considerando l'epoca. Il Tamigi in secca è davvero curioso. Anche il sudore finto è davvero ben fatto!
Il tutto va a realizzare un buon film con un ottimo uso del b/n ed anche una discreta dose di ironia nella gestione dei rapporti interpersonali.
Stona invece l'uso spasmodico dell'alcol, alla moda americana. Siamo sicuri che è un film inglese?? Ogni volta che si vede un film "americano" (soprattutto quelli più datati), si ha l'impressione che in quel paese siano tutti alcolizzati e/o fumatori incalliti e/o drogati persi. Piuttosto inquietante.
Forse l'unica nota inglese è rappresentata dal notevole self control della popolazione, che, disciplinata, soggiace a tutte le fasi del disastro. E' la prima volta che in un film simile non si arriva alla guerra di quartiere ed alla lotta fratricida per la sopravvivenza. Forse un buon esempio di come andrebbero davvero affrontate tali situazioni, nell'inevitabilità di individuare soluzioni alternative più efficaci. La solidarietà è l'unico mezzo per prolungare la sopravvivenza.
Altro aspetto interessante anche se non necessariamente positivo, sono i dialoghi. Molto ben scritti, intensi e veloci, a volte anche troppo. Inquietante la scena in cui ritrovano la bambina e non le danno nemmeno il tempo di rispondere...
BELLISSIMA la Janet Munro!
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