Regia di Val Guest vedi scheda film
Cosa può capitare giocando con il fuoco ? Che ... si rimanga bruciati. E' quello che capita al genere umano ! A causa di esperimenti nucleari sempre più devastanti condotti dalle potenze in possesso di armi atomiche, inclinazione dell'asse e orbita della terra sono modificate. Il clima impazzisce, il caldo aumenta, l'acqua disponibile è sempre di meno. In pochi giorni, la vita dei popoli è sconvolta. Il film racconta tutto ciò dal punto di vista di Peter Stenning, un tenace giornalista del quotidiano inglese "Daily Express", il quale prima di molti altri comprende da alcuni elementi dei quali è a conoscenza per motivi di lavoro l'avvicinarsi della minaccia; può indagare, diffondere la notizia, ma non ha facoltà di opporsi alla sorte. Diretto dal britannico Val Guest, "... E La Terra Prese Fuoco" è un film ibrido tra i generi fantascienza e catastrofico. Fantastiche - ma non troppo, in rapporto al contesto dei rapporti internazionali dell'epoca - le premesse; realistiche le conseguenze. L'abuso di armi nucleari, nell'ambito di esperimenti che hanno lo scopo non secondario di "mostrare i muscoli" nel contesto della Guerra Fredda causa la deviazione della terra dalla propria orbita. Un cataclisma, in grado di condurre all'estinzione di ogni forma di vita sul pianeta. I primi segni ne sono colti dal protagonista Peter, dotato di un ottimo "fiuto" giornalistico nonostante le sue condizioni non siano delle migliori, causa problemi personali - la moglie lo ha da poco lasciato per un altro uomo, gli è stato concesso poco tempo da passare con il figlio - ed abuso di alcoolici. Egli, insieme ai compagni d'avventura - i colleghi della redazione del suo giornale e Jeannie, dapprima circuita per carpirle informazioni, in quanto dipendente del centro meteorologico, successivamente sua innamorata - vive diciannove convulsi giorni che separano una frenetica quotidianità dalla soglia del non ritorno. La narrazione prende il via proprio da quel momento; in una Londra deserta, riarsa, devastata da saccheggi successivi a bagordi incontrollati, il giornalista scrive la cronaca dell'estremo tentativo che il popolo terrestre - ormai superata la conflittualità internazionale - compie per salvare sè sè stesso. Il giornale non uscirà, in ogni caso. Ma l'uomo ha bisogno anche del suo lavoro, un farsi forza mediante i propri individualità e ruolo, per fronteggiare la tensione del momento. In tal frangente, il racconto torna ad un recente passato, quando Peter, a fronte di anomalìe meteorologiche, scegli di approfondire e si scontra con la reticenza delle autorità. Ha l'intuizione di collegare l'escalation nucleare con eventi climatici estremi che sconvolgono varie località nel mondo. La sua indagine prende piede; contemporaneamente vive gli ultimi barlumi di normalità. Una giornata con il figlioletto, il flirt con Jeannie, amichevoli "scintille" con i colleghi. Ma la temperatura sale sempre di più; il nervosismo cresce. Le autorità non possono più tenere nascosto ciò che Peter è riuscito a scoprire. Qualche giorno di inutile razionamento dell'acqua, poi lo sfaldamento delle strutture sociali. Ed eccoci al punto di partenza; ordigni nucleari sono prossimi ad un'esplosione controllata, volta a riposizionare il pianeta nell'orbita originaria. Non sappiamo se il tentativo avrà successo. Peter confida che sia così, sebbene la sua organizzazione è pronta per ogni evenienza; il gioenale ha pronte le prime pagine, sia per il successo, sia per l'insuccesso. Ma, appunto, non uscirà. Recitazione nella norma. Uomo volitivo sebbene in un momento di difficoltà, Peter Stenning è interpretato da Edward Judd; Jeannie Craig, da Janert Munro. Non secondaria, nel racconto, è la nascita dell'amore tra i due personaggi. Inizialmente, Peter pensa di sfruttare la ragazza in virtù delle informazioni che ella può fornirgli; contestualmente, sceglie di lenire la sua improvvisa solitudine tentando di sedurla. L'impresa riesce, oltre le intenzioni. Seppur con alti e bassi, il rapporto prende piede. Nel drammatico epilogo i due saranno vicini e potranno sostenersi a vicenda. Il film è in bianco e nero; degne di nota le fasi iniziale e finale, mostrate in tonalità "seppia", la quale trasmette sensazioni di torrido, desolazione, disfacimento. La tensione è alta, poichè l'aver visto, seppur per pochi istanti, qual è la sorte del pianeta, trasmette presagi di imminente ed inevitabile tragedia. Effetti speciali, invece, se ne vedono pochi. Dense, comunque, le atmosfere. L'autore non prende posizioni politiche; non si schiera nè con gli U.S.A., nè con l'U.R.S.S., pur citati nel racconto. Per bocca dei personaggi, esprime forte critica nei confronti della corsa agli armamenti e nello spreco di risorse che essa costituisce. Tema attuale negli anni '60 ... e, di nuovo, ai giorni nostri, purtroppo. Un buon film di fantascienza dei tempi passati; zero computer-grafica, ma temi interessanti, tensione sapientemente dosata, buona caratterizzazione dei personaggi e notevole cura per i dettagli. Appassionante ancor oggi.
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