Regia di John Cassavetes vedi scheda film
In un istituto per bambini con varie forme di ritardo mentale si scontrano il direttore, fautore della disciplina in funzione educativa, e un’insegnante neo assunta che sviluppa un surrogato di affetto materno per un piccolo ospite abbandonato dai genitori. Dramma sociale molto datato, che lascia perplessi per come propugna metodi terapeutici oggi inaccettabili per la comunità scientifica (a cominciare dalla prima scena, in cui il bambino viene ricoverato con l’inganno): mi fa provare lo stesso disagio di un altro film del genere, Anna dei miracoli. Poco personale la direzione di Cassavetes, sacrificata dalle ingerenze della produzione: qualche scena madre poteva essere evitata, mentre il flashback sui genitori che si rifiutano di accettare un figlio “diverso” resta angosciante. Il titolo italiano sottolinea la dimensione collettiva della vicenda; quello originale A child is waiting (sicuramente meglio del ruffianissimo A child is born previsto inizialmente, indotto dalla presenza della Garland) si concentrava sulla più importante storia singola, appunto quella del bambino che ogni mercoledì si ostina ad aspettare una visita della mamma.
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