Regia di John Cassavetes vedi scheda film
Dopo i due film indipendenti e a basso costo girati agli esordi (Ombre e Blues di mezzanotte), a John Cassavetes venne affidato questo progetto importante, con due divi di altissima levatura (Burt Lancaster e Judy Garland, entrambi bravissimi) ed una grossa produzione. Questo incrocio tra l'imponenza produttiva di Stanley Kramer, produttore sempre civilmente impegnato, e lo sguardo intimista di Cassavetes non fu molto fruttuoso sia commercialmente sia artisticamente, soprattutto per i contrasti tra i due. Tuttavia non mancano i motivi di interesse per questo film. Innanzitutto per il tema trattato, ovvero quello dell'educazione dei bambini portatori di handicap, tema alquanto spinoso all'epoca. Cassavetes adotta uno stile molto trattenuto, delicato, che a volte si scontra con l'imponenza della storia, in bilico tra comprensione e durezza. Ma è evidente come lo sguardo del regista e la sua attenzione siano sempre rivolti agli ultimi e a coloro che sono "dimenticati" dalla società. Dopo l'insuccesso de Gli esclusi, Cassavetes aspetterà cinque anni prima di tornare alla regia, con un lavoro molto personale e difficile come Volti (Faces, del 1968).
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