Regia di John Cassavetes vedi scheda film
a mia memoria è uno dei primi film che racconta senza riserve il mondo dei portatori di handicap con un impronta resa ancora piu'realistica dalla scelta di girarlo in un ospedale vero.Cassavetes non ci risparmia nulla fin dalla prima terribile sequenza:un bambino che non vuole scendere dalla macchina lasciata con lo sportello aperto,un uomo che con un automobilina a pedali lo convince a scendere per salire sulla macchinina e giocare con lui,la macchina che senza chiudere neanche gli sportelli parte a gran velocita'con lui che cerca di inseguirla urlando di dolore verso i genitori che lo stanno abbandonando li',trattenuto dall'uomo di cui sopra.Una sequenza terribile soprattutto perche'si situa ad altezza di bambino ed è come se facesse vivere il terrore del bambino di essere abbandonato in soggettiva.E su questo verte tutto il film:il titolo originale parla di un bambino che aspetta,Robby cerca in continuazione i genitori che non vogliono saperne nulla:la madre dice che lo ama troppo per poterne solo sopportare la vista,il padre è troppo impegnato nel suo lavoro da ingegnere.E Robby,che ha problemi è drasticamente escluso senza avere una colpa precisa o forse solo la colpa di non essere come tutti gli altri.L'ospedale è poi il teatro della diatriba tra il direttore,uno splendido ,misuratissimo Lancaster,che cerca di applicare un metodo analitico e severo per aiutare i bambini ricoverati e un infermiera(ma non lo è neanche,svolge le mansioni da infermiera)che ha un trasporto affettivo soprattutto per Robby.E il dolore si aggiunge al dolore quando cerca di parlare con i genitori di Robby per farlo ritornare a casa ma loro che nel frattempo hanno divorziato rifiutano....Le sequenze girate in un vero ospedale psichiatrico nel 1963 dovevano essere ai limiti della censura,è palpabile il disagio estremo,il dolore nello sguardo della Garland che si aggira negli stanzoni pieni di ricoverati.Si chiude con la speranza di una futura normalizzazione per Robby ma c'è gia'Henry alla porta,altro bambino che deve essere ricoverato...Difficlmente ho riscontrato in Hoolywood tanta voglia di essere cosi'realista,cosi'lontana dalla fabbrica di sogni che tutti credono,ma qui di retorica se ne riscontra ben poca.Sembra come di aver scoperchiato un calderone di paura mista ad indifferenza per un mondo che si vorrebbe tenere il piu'nascosto possibile.Magari l'approccio medico oggi sara'datato ma sinceramente importa poco. Si vede il trasporto che Cassavetes ha per questi bambini(tutti veri pazienti dell'ospedale,tranne il bimbo che impersona Robby),si vede la cinepresa attaccata ai loro volti,un uso insistente del primo piano per cogliere tutte le sfumature dei loro animi gentili.Eppure non una sola lacrima viene versata,ha un piglio quasi documentaristico(la sequenza nell'ospedale psichiatrico dove ci sono gli adulti è girata chiaramente come se fosse un documentario)e il finale che appare conciliatorio per un attimo fa ritornare Hollywood a quella fabbrica di sogni che è sempre stata....
non trascurabile la sua presenza
giovanissima,quasi irriconoscibile
splendido per misura
veramente brava...
regia che privilegia i primi piani,la cinepresa sta addosso ai personaggi
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