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Il segreto del bosco vecchio

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il segreto del bosco vecchio

di Serum
8 stelle

Quando Procolo arriva al bosco vecchio, dopo anni di formalismo militare, è già deciso ad imporsi come il padrone che reclama i suoi diritti anche quando non ne avrebbe bisogno, soltanto per mostrare ai suoi sottoposti che ne ha il potere: uccide la gazza che da anni faceva disinteressatamente da sentinella alla casa, tratta a pesci in faccia il domestico ed i popolani, libera il vento che aveva minacciato di distruggere il bosco e arriva addirittura a progettare l'omicidio del suo nipotino per accaparrarsi la proprietà a tempo indeterminato. E commette quello che Bernardi gli aveva presentato come un tremendo delitto: inizia a far tagliare gli alberi. Solo dopo tanto tempo, dopo aver potuto ammirare più e più volte quanto la straordinarietà della Natura, bellissima e terribile a un tempo, costituisca la vera e fondamentale ricchezza del bosco vecchio, il vigliacco egoismo su cui era poggiata la sua esistenza (divenuto parossistico al punto da far sì che la sua stessa ombra lo abbandoni con sdegno) inizia a scricchiolare. E nel momento in cui a testa bassa, contrito dal dolore più di quanto non voglia dare a vedere, si presenta a Bernardi per chiedergli di scambiare la vita del nipotino morente con i suoi insensati progetti di distruzione, non si può fare a meno di sentire una stretta al cuore. Ma come al solito Olmi non concentra il peso empatico dell'intera opera in poche scene madre, lo distribuisce anzi in ogni momento, anche il più piccolo: la poesia della gazza, il vento che accarezza gli alberi dialoganti, il finale con la sua conciliante tragicità, l'assalto degli insetti, i sogni del bandito in procinto di ritornare. E per quanto mi riguarda, la sequenza del primo abbattimento, resta una delle più strazianti che io abbia mai visto in un film. A convincere poco sono l'idea di un fantasy apertamente favolistico (animali ed elementi naturali parlanti e senzienti, e nessuno che si faccia problemi al riguardo) che mal si adatta alla rappresentazione cinematografica, ed un simbolismo evidentemente elementare (il militare come padrone cattivo, il forestale come rappresentante degli alberi, ecc.). Però è un film sinceramente commovente, le cui buone intenzioni sono tanto oneste e palesi da fargli meritare indulgenza per i difetti grossolani che si porta dietro e che tratta argomenti sempre attuali con una leggerezza ammirevole. Uno di quei film che farei vedere ai miei figli.

 

 

 

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