Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Oltre ad un bel ruolo per Villaggio, bravo anche in un personaggio drammatico, ben poco si ricorda di questo film. Che non è per nulla un brutto lavoro, si chiarisce: è solo pesante, lento, di una solennità che talvolta trascende nel verboso-patetico. Film crepuscolare, di luci tenui e caratterizzazioni fiabesche, in cui animali ed entità astratte (il vento) si prendono il disturbo di parlare pur di insegnare la lezione agli umani. Pochi i personaggi in scena, la sensazione di solitudine è soppiantata da un vero e proprio stato di abbandono disperato, che è poi quello dell'incosciente avidità del colonnello e del genere umano in sè, da lui rappresentato.
Un bambino eredita un palazzo e la boscaglia attorno; fino alla maggiore età la proprietà è amministrata dal suo tutore, lo zio colonnello. L'avidità e la grettezza dell'uomo vengono fuori non appena messo a contatto con gli spiriti e gli animali parlanti che risiedono nel bosco, che si vendicheranno su di lui.
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