Regia di Michele Placido vedi scheda film
Follie della realtà italiana negli anni '70 e - purtroppo - non solo. Ambrosoli prende coraggiosamente in mano un caso complesso e decisamente pericoloso, lo fa nel nome della professione che ha deciso di esercitare e di quell'onestà e moralità che sono oramai valori sorpassati, va incontro alle sfide sempre più concrete e minacciose che i suoi misteriosi antagonisti continuano a lanciargli e ne ricava il risultato peggiore: non soltanto i protettori di Sindona - mafia, Vaticano e politica - si fanno beffe di lui (lo uccidono sprezzanti del fatto che una simile vendetta non ha più alcun senso, quando ormai la verità su Sindona è venuta a galla), ma quello stesso Stato per cui si assume tale e tanta responsabilità non fa nulla per evitare l'omicidio. Placido sa il fatto suo e mostra una regia compatta e con pochi fronzoli; Bentivoglio è l'ottimo protagonista che conosciamo, per un lavoro impegnato ed impegnativo. Tanto per cambiare, anche in questo film di misteri, omicidi, intrighi, soldi, potere (etc. etc.), compare il nome di Andreotti. Coraggiosamente, vengono inserite nel film le telefonate originali fra ricattatori e Ambrosoli, durante le quali il nome del politico viene fatto più volte.
1974. La liquidazione della banca di Sindona è messa in mano all'avvocato Ambrosoli. Incorruttibile e deciso a venire a capo dei mille misteri che si aggrovigliano attorno al caso, l'avvocato va incontro a minacce sempre più pesanti man mano che scopre gli interessati dello scandalo finanziario: politici (in primis Andreotti) e persino il Vaticano. Ambrosoli viene assassinato, ma le rivelazioni su Sindona sono ormai note.
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