Regia di Vincenzo Salviani vedi scheda film
Un napoletano vuole un maschio, ma sua moglie gli dà una femmina. Profondamente deluso, si trova un'altra donna; la moglie - pur rischiando la vita con un'altra gravidanza - decide di riconquistarlo riprovandoci. Nasce finalmente il maschio e vissero tutti felici e contenti (a parte la moglie che muore nel parto, ma pazienza insomma).
Titolo semisconosciuto - e a torto, visto il potenziale trash - che fa parte della rinascita del melodramma partenopeo avvenuta fra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta, Pover'ammore trasuda genuinità e ingenuità, anagrammi quanto mai affini concettualmente in quest'opera. L'ondata lanciata da Mario Merola e successivamente Nino D'Angelo trova in Carmelo Zappulla il degno prosecutore: questa è la prima delle 4 pellicole da lui interpretate nel giro di neppure due anni (1982-83), anch'essa equamente divisa fra sceneggiata (sentimenti forti, drammi/disgrazie a profusione, senso dell'onore, idealizzazione della famiglia) e canzoni strappalacrime disseminate a random lungo la trama. Al di là delle superflue, tanto sono evidenti, considerazioni morali sulla trama, in fin dei conti anacronistica anche nello stesso 1983 in cui il film usciva, Pover'ammore offre qualche momento di comicità (volontaria o involontaria, data la fattura poveristica del lavoro) e una storia semplice, lineare, con personaggi tagliati con l'accetta e dialoghi da fotoromanzo. Pochetto, ma in linea con il genere. Altri interpreti: Rosa Fumetto, Lina Polito, Mariolina De Fano, Nicola Pignataro e Luc Merenda in un ruolo laterale; sceneggiatura di Gianni Martucci e del regista, Vincenzo Salviani, al debutto dietro la macchina da presa. 1,5/10.
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