Regia di Jean Vigo vedi scheda film
Capolavoro della cinematografia mondiale, non c'è altro da aggiungere.
Malgrado si parli di un film nato all'indomani dell'arrivo del sonoro, L'Atalante conserva intatta una freschezza visiva che solo i grandi capolavori sono in grado di esprimere. La suggestione di certe immagini, su cui spicca - inutile negarlo - la celeberrima scena sott'acqua ripresa da Ghezzi nella sigla di Fuori Orario, risulta ancora evocativa e di forte impatto emotivo. Il quasi trent'enne Vigo riuscì a compendiare in un'ora e mezza la summa poetica del cinema di quegli anni, condensando istanze oniriche e neorealismo in un'ora e mezza di pellicola. Il vero protagonista - nonché unico attore di caratura - sarà Michel Simon nei panni di papà Jules, anima e corpo della condizione umana che caratterizzava quegli anni, fatta di disperazione, capacità di adattamento e una triste, autocommiserevole, ironia. Poter apprezzare la versione restaurata dà modo di capire come e perché la pellicola di Vigo subì tagli e censure, il giovane regista non si fa tema di mostrare la realtà così com'è, lasciando ai suoi protagonisti il linguaggio che gli appartiene e cercando di riprodurre fedelmente il loro ambiente. Stupisce non poco trovare il poster della donna integralmente nuda, nella cabina del vecchio papà Jules, come l'esplicita sensualità di Juliette che, nel sognare il suo amato, si palpa il seno e contorce nel letto; mentre, dall'altro lato, il giovane Jean fa lo stesso, solo nel suo letto.
Un pezzo di storia, da recuperare.
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