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L'Atalante

Regia di Jean Vigo vedi scheda film

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La recensione su L'Atalante

di port cros
9 stelle

Una storia romantica molto semplice, a bodo di una lenta chiatta, ma che Jean Vigo innalza a livelli poetici, mescolando una vena fantasiosa, dai tratti onirici e surrealisti, al realismo nella rappresentazione della vita degli abitanti del fiume. Voto: 8, 5 su 10

 

Dita Parlo

L'Atalante (1934): Dita Parlo

 

Voto: 8, 5 su 10

 

Un corteo nuziale si dirige da un paese di campagna alle rive di un canale ove è attraccata l'Atalante, una chiatta ai comandi dello sposo, il capitano Jean (Jean Dasté), che ci vivrà con la novella sposa Juliette (Dita Parlo). La ragazza, mai uscita prima dal suo villaggio, dovrà adattarsi alla vita sull'acqua, con qualche tensione nella convivenza col resto dell'equipaggio, disabituato ad una presenza femminile, con cui condividere gli angusti spazi dell'imbarcazione: un giovane mozzo ed il timoniere Père Jules (Michel Simon), vecchio lupo di mare dal passato avventuroso, col corpo ricoperto di tatuaggi ed una amorevole dedizione per una torma di gattini dispettosi, che abita una cabina stracolma di cianfrusaglie di ogni tipo, tra cui pure un barattolo contenente la mano in formalina di un vecchio amico o amante.

Le difficoltà pratiche della vita da barcaioli ostacolano il ménage matrimoniale, ma sarà la corte di un brillante ed affascinante illusionista saltimbanco (Gilles Margaritis ), incontrato dalla coppia in una sala da ballo lungo la riva della Senna, a scatenare la gelosia di Jean. Quando Juliette esce di nascosto per vedere (da sola) le vetrine di Parigi, il marito non trovandola a bordo deciderà infuriato di salpare lasciandola a terra. Senonché nel prosieguo della navigazione se ne pentirà amaramente, rendendosi conto di non poter fare a meno del suo amore.

 

Jean Dasté, Dita Parlo

L'Atalante (1934): Jean Dasté, Dita Parlo

 

Una storia romantica molto semplice, ma che Jean Vigo innalza a livelli poetici, mescolando una vena fantasiosa, dai tratti onirici e surrealisti, al realismo nella rappresentazione della vita degli abitanti del fiume.

Un'abilità nel suscitare il potere evocativo dell'ancora giovane mezzo cinematografico che non può che accrescere il rimpianto per la prematura dipartita dell'autore, morto a soli ventinove anni per tubercolosi al termine delle riprese di questo suo secondo film di finzione, dopo il rivoluzionario Zero in condotta, a mio parere la sua opera più travolgente nonostante la durata da mediometraggio.

 

Ne L'Atalante è l'atmosfera più che l'intreccio a lasciare un segno, il potere evocativo delle sue inquadrature, che siano quelle del lento navigare della chiatta lungo i corsi d'acqua o quelle dense di suggestioni visionarie. La più celebre è quella in cui Jean pentito e disperato si tuffa nel canale perché Juliette gli aveva detto che tenendo gli occhi aperti sott'acqua si vede la persona amata: alle riprese subacquee dell'attore, simili a quelle che l'autore aveva già sperimentato nel cortometraggio dedicato al campione di nuoto Jean Taris, si sovraimprimono a quella della sua visione dell'amata in abito da sposa.

Altra sequenza geniale è il montaggio alternato dei sogni erotici in parallelo degli sposi separati fisicamente (lui nella sua cuccetta, lei in una stanza d'albergo) ma travolti da reciproco desiderio: una sequenza molto audace per l'epoca, quasi un amplesso a distanza.

 

30 anni di Fuori Orario | MAXXI

 

L'Atalante è un film di incantevole tenerezza, condita da gustosi tocchi di ironia e umorismo, espressi sopratutto tramite la figura eccentrica di Père Jules coi suoi incontrollabili gatti: Vigo si diverte anche a giocare a sorprendere lo spettatore, quando sembra che Père Jules faccia suonare un disco usando il dito come la puntina di un grammofono (e invece a suonare è la fisarmonica del mozzo). Ma sa rendere con altrettanto pathos gli squarci di tristezza e solitudine, quelli del rimpianto di Jean rimasto senza amore per il suo colpevole ed accecante orgoglio e quelli di Juliette mentre vaga sola e perduta in una grande città che credeva magica e si rivela invece ostile. Finché l'ascolto nostalgico della canzone dei marinai favorirà il suo ritrovamento da parte del sollecito Père Jules e il ricomporsi di una coppia il cui amore può rafforzarsi e fiorire soltanto nell'isolamento dal mondo che si vive a bordo dell'Atalante, lontano dalle illusioni e delusioni della terraferma.

 

 

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