Regia di Mario Bonnard vedi scheda film
Un pescivendolo aspira a far parte della bella società; per questo fa la corte - invano - a una donna bella e ricca, con un bambino il cui padre è fuggito. Un giorno però la donna finisce in galera e lascia in custodia il piccolo proprio al pescivendolo; a quel punto il padre ricompare e tutto torna alla normalità.
Campo de' fiori non è una semplice commedia popolare, non è una pochade o una storiella moraleggiante, non è neppure un film neorealista: è tutto ciò contemporaneamente, in dosi diverse. In particolare del neorealismo, ancora emergente come genere, ci sono i semi della complicata quotidianità italiana e della voglia di riscatto (sociale, economico) che il Paese stava vivendo in quel momento storico, soggiogato da una guerra in corso, da un regime dittatoriale che stava cadendo a pezzi e da una miseria sempre più diffusa. Ciononostante le linee guida della pellicola procedono più nitidamente sui binari della trama sentimentale, con un Aldo Fabrizi (come sempre) ottimo interprete di un personaggio semplice, del popolo e intriso di bontà e simpatia. Non da meno sono i suoi compagni di set, visto che al suo fianco troviamo fra gli altri Peppino De Filippo e Anna Magnani, oltre che Caterina Boratto, Olga Solbelli, Saro Urzì, Checco Rissone, Giulio Calì e Gianrico Tedeschi. Mario Bonnard, attivo dai tempi del muto, era ormai un professionista ben smaliziato, capace di confezionare un lavoro simile con la dovuta perizia; la sceneggiatura è accreditata a lui solo, ma proviene da un soggetto di Marino Girolami già sottoposto a un adattamento da un tris di nomi eccellenti: Piero Tellini, Federico Fellini e lo stesso Fabrizi. 4/10.
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