Regia di Federico Fellini vedi scheda film
La maggior parte dei critici e i fans di Fellini giudica La città delle donne il film meno riuscito del maestro ma a mio parere è quello in cui il naufragare nel suo mare di immagini oniriche è più piacevole senza porsi troppe domande, si sbadiglia certo ma si è anche travolti dal suo delirio psichedelico in un macrocosmo di donne di ogni genere, belle o brutte che siano, affascinanti e agguerrite nella prima parte in cui il nostro personaggio di appiglio Snaporaz è ancora sul pianeta terra.
La parte centrale nel mausoleo di Sante Catsone invece è un audace elogio alla masculinità di un personaggio che Fellini mitizza e ammira ma che non esiste e dopo la ricomparsa concreta della moglie di Snaporaz svanisce nella bellissima sequenza onirica dello scivolo al luna park della donna dove si può assistere come al cinema tutti insieme direttamente dal letto di casa propria alzando il lenzuolo per toccare il toccabile.
Mastroianni gigioneggia a suo piacere e fa bene a farlo immesrso in una moltitudine di donne alte e basse, magre e tettute, brutte a volte e belle in altri casi che lo assecondano a briglia sciolta come richiesto dal regista che può deliziare la platea con un uso delle luci, degli spazi e soprattutto del colore veramente fantasiosi.
Non sarà riuscitissimo ma come si fa a dare un giudizio terreno ad un sogno ad occhi aperti.
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