Regia di Josef von Sternberg vedi scheda film
La nobile ragazza prussiana Sofia Federica viene condotta in Russia come futura sposa dell'erede al trono di tutte le Russie, l'arciduca Pietro. Peccato che questi si riveli, con somma sorpresa della giovane, un ebete, completamente dominato dalla zia materna Elisabetta, zarina regnante, e da un'altra Elisabetta, dama di corte e sua amante. Tutto il contrario, insomma, dell'affascinante conte Aleksej, che era andato a prenderla in Prussia. Il matrimonio infelice indurrà Sofia, ribattezzata Caterina per la fede ortodossa, a cercare consolazione prima nei piaceri del sesso e poi nella ricerca del potere, anche in considerazione del fatto che, deceduta la zarina, il marito, assunto al trono con il nome di Pietro III, aveva manifestato l'intenzione di divorziare per sposare l'antica amante Elisabetta.
Storicamente sbrigativo (non è vero, per esempio, che la zarina Elisabetta fosse analfabeta), il film di Sternberg è figurativamente superlativo, con quella corte di San Pietroburgo piena di raffigurazioni grottesche, che sembrano scese dai pennoni di Notre Dame di Parigi. Il film si avvale poi di una delle migliori interpretazioni di Marlene Dietrich, che passa dal candore giovanile alla malizia, sessuale e politica, della maturità, quando sa scegliersi gli amanti, umiliare i vecchi amori e liberarsi degli ostacoli nella sua scalata al potere: diventerà a sua volta zarina come Caterina II di tutte le Russie.
Non ho mai capito quali fossero tutte le Russie.
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