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Il raggio verde

Regia di Eric Rohmer vedi scheda film

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La recensione su Il raggio verde

di jonas
10 stelle

Continuo a considerarlo il mio Rohmer preferito, anche se probabilmente la cosa è dovuta a un effetto prospettico: è stato anche il primo che ho visto, e quindi è quello che mi ha rivelato un cinema di cui non conoscevo l’esistenza, fatto di chiacchiere e gesti quotidiani che però venivano trascesi per arrivare a un’insospettata profondità (se dovessi scegliere oggi, avendo presente tutti i suoi titoli, forse direi La mia notte con Maud, e comunque nel complesso preferisco la leggerezza delle Commedie e proverbi alla filosofia dei Racconti morali). Mi viene da sorridere quando leggo che davanti ai film di Rohmer “ci si annoia” perché “non succede niente” e i personaggi “parlano troppo”. Anche nella vita, di solito, non succede niente tranne qualche fatto più o meno importante sparso qua e là fino all’evento ineluttabile (ma Rohmer, a parte Il segno del Leone, non fa mai morire nessuno). Com’è noto, il cinema è stato definito “la vita senza le parti noiose”; Rohmer non taglia alla vita le parti noiose, ma in compenso le regala la possibilità di un miracolo. Possibilità, non certezza: qui c’è un lieto fine, almeno in apparenza (ma ne siamo poi sicuri? la storia si interrompe nel momento della massima esaltazione emotiva da parte di Delphine, ma forse anche quel ragazzo si rivelerà una delusione, forse si tratta solo di una versione meno disturbante de Il bel matrimonio); altrove invece il protagonista subisce uno scacco (es. Le notti della luna piena) oppure si approda a un finale sospeso e dal retrogusto amarognolo (es. La moglie dell’aviatore). Eppure Rohmer ci dice che forse, dopo una lunga serie di donne di picche, alla fine arriverà il fante di cuori: ci invita ad avere fiducia nella razionalità del mondo, ci insegna ad essere noi stessi e ad accettare le nostre sconfitte. Segue con occhio divertito e indulgente le peregrinazioni di Delphine alla ricerca di un posto dove passare le vacanze, per illudersi di non essere sola; ne sottolinea la distanza rispetto alla svedesotta in cerca di maschi, ma non rinuncia a mostrarne le contraddizioni: ce la fa amare, perché la sentiamo simile a noi. Non vi piace Rohmer? Beati i poveri in spirito, come disse quel tale.

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