Regia di James Mangold vedi scheda film
Logan è un film dolente. Gli eroi sono stanchi. Invecchiati, malati, soli. Forse non sono mai stati eroi. Nel 2029 quel che resta degli X-men è racchiuso nelle pagine dei comics, che i ragazzini ancora sfogliano e in cui qualcuno intravede la via dell’Eden.
I mutanti non esistono più, sono pressoché estinti. I pochi resistenti vivono in clandestinità, minati nel fisico e nei poteri. Il cervello di Xavier è preda dell’alzheimer, il fattore rigenerante di Logan è avvelenato dall’adamantio. I mutanti sono stati decimati da un virus creato dalla Transigen, una compagnia che dopo aver ripulito il mondo dal gene “X” ha provveduto a innestarlo in bambini creati in laboratorio. L’intento è farne macchine da combattimento prive di sentimenti. Ma l’umanità che alberga in loro fa fallire il progetto e così anche i bambini vengono destinati alla soppressione. Aiutati degli infermieri che li avevano in custodia, i bambini fuggono, disperdendosi secondo un preciso piano che li porterà a un rendez vous e da lì in Canada.
Questo è lo scenario in cui le strade di un reticente Logan e Laura, la bambina generata dal suo dna, si incrociano. La loro fuga verso il Canada si sviluppa in un road movie che attraversa un Paese in cui il singolo individuo è pronto ad aiutare (il medico come la famiglia di agricoltori) ma dove le istituzioni hanno tradito i principi della Nazione. L’America assolata che attraversano fa da contraltare alla cupezza del film. Logan è un film irto di riflessioni, alcune evidenti ( la vecchiaia, i bambini soldato), altre più sotterranee. La mente più potente del pianeta ha una malattia neurologica degenerativa, il corpo immortale di Wolverine è corroso da un cancro. La malattia degli eroi è la malattia di un’America in cui la Statua della Libertà non esiste più, campeggia soltanto sull’insegna di un Motel di quart’ordine. L’homo sapiens ha salvato la propria specie, non ha accettato l’evoluzione dell’homo superior, la paura ha cancellato l’integrazione e l’umanità ha fatto un passo indietro.
La prima parte del film, nonostante gli inseguimenti, è caratterizzata da un incedere lento con un Logan stanco. Poi nella seconda parte, di fronte alla consapevolezza che un Eden può esistere, ritroviamo un Wolverine pervaso dall’antico furore che emoziona e commuove.
La croce su una tomba, spostata da Laura di 45°, va a rappresentare una “X”. E’ la chiosa finale di una saga che vede l’eXtinzione dei figli dell’atomo ma i bambini con la loro fuga in Canada, aprono a una nuova speranza.
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