Regia di James Mangold vedi scheda film
Mangold sporca gli X-men con lo splatter e il low budget della serie B, seguendo la traccia di Deadpool, ma occupando l'immaginario comics con note dolenti e malinconiche al posto di quelle demenziali. In comune c'è sempre un pessimismo lacerante sulla società contemporanea in completa decadenza, tratto d'unione di molti post-neo-cinecomics (?!!!). Infatti 'il regolamento di conti' all'interno del filone è in pieno svolgimento utilizzando la tecnica delle opposizioni: poche baracconate digitali, taglio intimista e cosa più clamorosa NO scena nascosta! Uno shock! ;-) Logan è questo: uno script semplice che cerca di chiudere un discorso per poi riaprirne (forse) un altro, rompendo bruscamente la serialità della saga, con il focus fisso sui caratteri e sul climax. E la messinscena laida fa il resto guidandoci verso la fine. Una fine incombente che arriva anche troppo diretta, negando forse quei toni da tragedia a cui l'affetto per certi personaggi ci aveva fatto sperare, dando all'insieme un retrogusto di amara irrisolutezza. Ma questo già dal titolo non è un nuovo Wolverine ma piuttosto un film capace e fiero di guardare al passato cercando l'ibrido, l'omaggio, l'ispirazione, il senso da Shane / Il Cavaliere della Valle Solitaria. L'eroe 'castigamatti' e tormentato che difende l'American Dream dalle insidie dell'inciviltà. Dunque Ladd come Jackman lascia un'eredità, un seme nelle generazioni più piccole (prima Joey adesso Laura) che maturerà in seguito. Anche se in fuga, la classica grande fuga americana, alla fine si può ancora credere nell'American Dream... 7 DOLENTE
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