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Logan - The Wolverine

Regia di James Mangold vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Logan - The Wolverine

di ethan
7 stelle

Nel 2029 Logan (Hugh Jackman) è invecchiato e si arrabatta a fare l'autista, vivendo in una fonderia con i mutanti Calibano (Stephen Merchant) e Xavier (Patrick Stewart): in questa situazione di relativa calma (apparente) l'X-Man con le lame di adamantio viene avvicinato da un'infermiera (Elizabeth Rodriguez), che gli consegna la giovane mutante Laura (Dafne Keen) e gli chiede di accompagnarla in una località chiamata Eden; anche la compagnia che ha curato il progetto Transigen è alla spasmodica ricerca - guidata da Pierce (Boyd Holbrook), capo dei Reavers - dei mutanti: si apre così una vertiginosa corsa ad inseguimento tra il piccolo gruppo di mutanti da una parte e gli uomini del progetto Transigen dall'altra, la cui resa dei conti si svolgerà proprio nella località, che pareva soltanto un posto mitizzato, Eden, con cambiamenti definitivi da un lato e svolte che danno alle vicende dei personaggi di derivazione fumettistica la possibilità di un nuovo inizio dall'altro.

'Logan - The Wolverine' è il definitivo capitolo dello spin-off dei vari X-Men e chiude (ma con forti probabilità di una ri-apertura con personaggi nuovi, visti qui per la prima volta) degnamente la saga incentrata sul tormentato ed umbratile Wolverine, osservato nella sua parabola decadente, invecchiato e con le forze che gli vengono meno. Il film è diretto con il piglio giusto da James Mangold, che scrive (a sei mani) anche lo script, in cui le vicende sono ambientate in un futuro molto prossimo - il 2029 appunto - e la storia si sviluppa con le consuete vicissitudini supereroistiche - con temi riferiti ai superpoteri e all'uso che ne fanno i possessori, la lotta contro chi li vuole o sfruttare o distruggere - ma al contempo analizza il lato 'umano' degli stessi, con problemi che capitano a gente comune, come vecchaia, acciacchi e malattie.

James Mangold, regista di non spiccate pretese autoriali ma capace di approcciare i generi più disparati in qualità di solido narratore, dirige una sorta di Western moderno, con inseguimenti, imboscate, sfide e lotte all'ultimo sangue (c'è anche una magistrale sequenza con un treno in corsa e dei cavalli, veri elementi peculiari del genere) che catalizzano l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine, dando la giusta tensione al plot narrato, costruendo complicate, estenuanti e violente scene d'azione pura e unicamente peccando nel ritmo solo in due casi, nella lunga parentesi, che si chiuderà poi tragicamente, di Logan, Xavier e Laura nell'abitazione dei Munson, la famiglia vessata dai proprietari terrieri, a cui il trio aveva dato una mano, e nella calma prima della resa dei conti finale tra opposte fazioni, Reavers da una parte e mutanti giovani, coadiuvati da Wolverine dall'altra.

Buono il comparto attori, con Hugh Jackman che veste per l'ultima (si pensa...) volta i panni dell'uomo con le lame nelle mani, fornendo una prova addirittura doppia, sia come vecchio Logan acciaccato, sia come suo alter ego giovane dalla forza bestiale, il raffinato Patrick Stewart, anch'egli nella definitiva intrepretazione di uno Xavier vecchio e malato, ma soprattutto l'esordiente Dafne Keen, un'autentica forza della natura nonostante la corporatura ancora minuta, due lame già molto affilate, buon sangue non mente... ma ancor più uno sguardo (dato che nei primi due terzi del film non proferisce parola...) che buca letteralmente lo schermo: un esordio di tale portata mi ricorda la Natalie Portman - Mathilde in 'Leon' di Luc Besson, oltrettutto in un personaggio dai connotati simili.

'Logan - The Wolverine' è un film che non sconvolge i canoni del genere supereroistico a cui appartiene, ma è dotato di un'anima, che lo distingue dai tanti film che sono unicamente dei giocattoloni fracassoni ma tutto sommato innocui.

Voto: 7,5.

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