Regia di James Mangold vedi scheda film
Conclusione perfetta dell'anti-eroe per eccellenza. Intrigante, introspettivo, doloroso e anche commovente, a cui si aggiunge una violenza inaudita ed esplicita assolutamente necessaria. Di meglio non si poteva chiedere. Imperdibile!
One Last Time, "un'ultima volta", scriveva Hugh Jackman sui social. Un'ultimo sforzo per conludere degnamente la saga del personaggio che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Ma anche l'ultimo sforzo di un guerriero, un uomo, da sempre in conflitto con se stesso che cerca di dare un lascito alle future generazioni.
Logan, titolo significativo ad evidenziare l'umanità di un personaggio che ne ha sempre dimostrata poca, ci mostra un Wolverine senza più alcun tipo di aspettative dalla vita (non che ne avesse mai avuto di ben precise prima), invecchiato e visibilmente indebolito (dimostrato dai segni sul suo volto e dall'andamento claudicante che mai avevamo visto in uno dei mutanti più forti in circolazione) che cerca di sopravvivere in mondo ormai privo di qualsiasi attrattiva, prendendosi cura di un altrettanto vecchio ma sopratutto malato Charles Xavier. Ma ben presto capirà che dovrà ancora dare qualcosa a questa vita prima di appendere gli artigli al chiodo. Difatti piomberà quella che ben presto sarà per lui l'unica ragione che lo spingerà ad andare avanti (non senza riluttanza) e a fargli compiere l'ultima grande missione, forse la più importante, e ad affrontare quello che è stato da sempre il suo più grande nemico: se stesso!
Questa pellicola dimostra fin da subito differenze abissali con i precedenti capitoli della saga degli X-men e in generale dei cinecomic: mancanza dell'Eroe nel senso più puro del termime, quello senza macchia e senza paura che combatte per salvare il mondo, e sopratutto la brutalità inaudita di Logan (cosa che avvalora la prima differenza) proiettata sul grande schermo senza alcun tipo di censura (finalmente!), con sbudellamenti a destra e a manca. Già questo basterebbe non solo a non considerarlo un cinecomic ma, sopratutto, a farlo diventare uno dei film dell'anno, grazie alla messa in scena fantastica messa in atto da un soprendente James Mangold che distribuisce in maniera perfetta il ritmo e il susseguirsi degli eventi, con una introspezione sui protagonisti che meglio non si poteva chiedere. Il comparto attoriale è al top: Hugh Jackman senza ombra di dubbio nella sua migliore intepretazione del mutante con gli artigli, Patrick Stewart in una veste del tutto nuova ma assolutamente perfetta nella parte del Professor X, e ad una incredibile quanto inaspettata Dafne Keen nei panni della bambina mutante X-23 che, senza dire una parola per grand parte del film, risulta strepitosa per l'intensità della sua interpretazione.
Il film è la conclusione perfetta, oltre che necessaria prima o poi, di una storia in cui l'accoppiata Mangold-Jackman ha dato davvero tutto per dire la parola fine ad uno dei personaggi del quale si era detto quasi tutto ma che mancava di ciò che è stato qui raccontato perfettamente: non la storia del guerriero, del mutante, dell'immortale, ma la storia di un uomo, un uomo di nome Logan.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta