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Shampoo

Regia di Hal Ashby vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shampoo

di moonlightrosso
8 stelle

Ritratto fedele e feroce dell'America post johnsoniana.

Ritratto fedele e feroce dell'America post johnsoniana della fine degli anni sessanta alla vigilia delle elezioni che porteranno il repubblicano Richard Nixon alla presidenza e che traghetterà il Paese nel decennio successivo, tra corruzione, scandali, crisi monetarie e petrolifere, verso l'archiviazione della rovinosa campagna militare nel Vietnam.

In una Beverly Hills dominata dalle feste e dall'edonismo sfrenato, dove la contestazione giovanile, le droghe, la musica psichedelica e della cosiddetta "summer of love" retrocedono a meri fenomeni di costume, Warren Beatty è George, parrucchiere vanesio e superficiale. Bello oltre misura e molto più alto della media, sprigiona il fascino di colui che con innata naturalezza è in grado di empatizzare con l'universo femminile carpendone i "desiderata" soprattutto a livello sessuale. Deciso a mettersi in proprio e alla ricerca di quel finanziamento necessario ad aprire l'attività, viene purtroppo rifiutato dagli istituti di credito in quanto ritenuto poco affidabile; "...l'unico modo che hai per chiedere soldi in prestito a una banca è quello entrare e rapinarla!" è la frase impietosa che gli viene rivolta. Presentato al miliardario Lester (Jack Warden), anch'egli scettico nell'erogargli il prestito, il nostro verrà introdotto in un turbine di mondanità tra barbosi e formali ricevimenti repubblicani e coloratissime feste hippies, dove vivrà svariate avventure sessuali, proseguendo anche quelle con la convivente Jill (Goldie Hawn), attricetta che fatica a trovare lavoro e che lo vede ingenuamente come centro della propria vita, Felicia (Lee Grant), moglie di Lester dalla quale divorzierà e Jackie (Julie Christie) mantenuta dallo stesso Lester e sua futura consorte. Nello straniante finale in cui Lester, forse troppo preso dall'accumulare miliardi, scoprirà d'essere stato pluricornificato, George perderà tutto: l'assillante Jill che troverà un suo equilibrio nella consapevolezza di aver sbagliato tutto accanto a un uomo incapace di amare e Jackie, forse unica donna che abbia veramente amato e che preferirà proseguire la vita con il più rassicurante Lester.

Un personaggio nato dalla penna dello stesso Warren Beatty che disse di essersi ispirato alla vita di un parrucchiere suo amico e che rimarrà ucciso nel massacro di Belair per ordine della setta satanica di Charles Manson; un personaggio che i maligni dell'epoca non esitarono a definire a immagine e somiglianza del suo interprete, noto per le sue numerose avventure sentimentali, fra le quali non possiamo non citare quelle che ebbe con tutte le partners di questo film. Uno stile di vita epicureo e sentimentalmente "movimentato" che porterà Shirley Mac Laine, sorella maggiore di Warren, ad autodefinirsi, con non poco sarcasmo, come l'unica donna di Hollywood con la quale non abbia avuto una relazione.

L'ex montatore Hal Ashby, che all'epoca sposò in prima persona la causa del beatnik sia nei contenuti che nell'atteggiamento, prosegue dopo il successo di "Harold e Maude" (1971) e "L'ultima corveè" (1973) con un'altra delle sue storie volutamente strampalate e fuori dagli schemi.

Posizionandosi all'interno di un sistema che si vuole distruggere rifuggendo da banali intellettualismi, il film si diverte a dipingere una nuova generazione totalmente incapace di affermarsi nei nuovi ideali ma anche e soprattutto a sbeffeggiare quell'estabilishment ahinoi ancora troppo dominato da politicanti dal patriottismo stantio qui dipinti come ridicole macchiette. C'è chi disse addirittura che il successo del film, girato guardacaso in concomitanza con lo scandalo Lockeed, sarà determinante nella caduta della presidenza Nixon. Non è da meno il potere economico impersonato nella boria di un Lester, che ha nel dio denaro l'unico credo (la scena in cui ascolta alla radio guidando la sua Rolls l'andamento borsistico per rilassarsi è da annali della commedia). Catapultato nel finale a un'iperlibertaria festa hippie scorgerà due figuri fare all'amore nell'oscurità di una delle tante stanze della lussuosa villa in cui è ambientata. Con la complicità di qualche bicchiere di troppo, si lascerà andare a un prosaico "Questo si che si chiama scopare!", salvo poi scoprire che si trattava in realtà della sua futura moglie Jackie e dell'ineffabile George. Questi si ritroverà fra l'altro nel letto anche di Lorna, figlia adolescente di Lester, impersonata da un'isterica Carrie Fisher (futura principessa Leila di Guerre Stellari), in una scena tagliata nella versione italiana.

Un film che si guarda con l'amaro in bocca, specchio di un'umanità che non ha saputo o voluto cogliere quella ventata di novità offerta dalla cultura e controcultura di un'epoca oggi irripetibile.

Commento musicale di Paul Simon con l'inserimento di arcinoti brani "da urlo" come "Would'nt it be nice", "Sgt. Pepper", "I'm a believer" e "Lucy in the sky with diamonds"!!

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