La recensione su Mister Universo

di alan smithee

8 stelle

Tornano i personaggi di contorno del magico La Pivellina: e torna la magia di un docu-fiction che racconta vite di artisti in qualche modo emarginati e costretti a mettersi in gioco ad ogni esibizione. Cinema povero, ma ricchissimo di contenuti e di umanità schietta e mai edulcorata.

La fortuna, la buona stella che ti assiste, giocano una carta importante per chi ci crede e in particolar modo nei confronti di quegli artisti che devono contare esclusivamente sulle proprie capacità e talenti, mettendosi in gioco ogni giorno in ogni rappresentazione.

Tairo è un domatore di felini giovane ma già forte di anni di esperienza circense tra l'Austria e il Nord Italia.

Ma da quando ha perso il suo talismano - un ferro come tanti che l'allora leggendario Mr. Universo gli piegò a mani nude riducendolo a ferro di cavallo - tutto sembra andare storto: dei cinque felini un leone è morto di cancro allo stomaco; una leonessa è anziana e non può più esibirsi, la tigre non mangia ed accusa malori ed il leone pare rissoso e indomabile più del solito.

Che fare? La sua amica contorsionista vorrebbe togliergli il malocchio di dosso, ma Tairo decide di prendersi una settimana di riposo e riflessione, cercando tracce del famoso eroe muscolare del circo di quarant'anni prima. Per far questo intraprende un viaggio tra conoscenti e parenti, che piu' ancora dell'incontro cruciale, servirà al ragazzo per maturare una positività che lo distolga dai grigi pensieri che lo affliggono.

La coppia celebrata di documentaristi italo-austriaci Covi-Frimmel torna alle atmosfere neorealistiche dell'incantevole La Pivellina: anzi torna tra i medesimi protagonisti, o almeno alcuni tra essi, del loro gioiello-film rivelazione (c'è pure la nonna "adottiva" dai capelli sempre più rossi del primo film!).

Il mix docu-fiction risulta parimenti inscindibile e l'alchimia circense mista alla disincantata "recitazione di vita" degli straordinari non-attori torna a creare il miracolo de La Pivellina: Mister Universo lega lo spettatore ai personaggi in modo accattivante e struggente pur rifuggendo ogni tipo di tranello piacione, falso-poetico o ruffiano, semplicemente seguendo i personaggi lungo una vita ed una quotidianità che combatte contro le asperità e le minacce di una esistenza esclusivamente legata alla buona sorte e alla buona salute degli artisti, alla resistenza del loro fisico non comune ma spesso incline al logorio dopo anni di esibizioni, lungo una vita esibita in un palcoscenico che li mostra, grazie alla magia del circo, molto più invincibili di quanto possano In realtà davvero essere.

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