Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Sarà 'soltanto' un documentario, ma Pasolini centra in pieno l'obiettivo e riesce a sviscerare - con un'indagine serrata, estesa e apparentemente imparziale - il malessere sessuale che imprigiona il popolo della nazione che ospita il Vaticano. Tutti o quasi negano che il sesso abbia alcun rilievo nel mondo odierno, la maggior parte insulta pesantemente gli omosessuali, fra un per nulla celato sdegno e d il più esacerbato ribrezzo, moltissimi mandano al rogo inquisitorio l'istituzione del divorzio, ancora una semplice utopia per gli italiani. C'è violenza (fortunatamente solo verbale) per tutto e per tutti, comprese quelle prostitute che la massa di intervistati ricopre di infamia e ludibrio, improvvisamente dimenticando che soltanto un decennio prima le loro 'case chiuse' rappresentavano un giro economico di primo piano a livello nazionale. Pasolini è inoltre di tanto in tanto affiancato, per un parere ed un commento personale, dallo scrittore Moravia e dallo psicologo Musatti.
Pasolini perlustra letteralmente tutta Italia, per le strade alla ricerca della 'gente', nel senso più eterogeneo ed esteso del termine: giovani o anziani, uomini o donne, poveri o benestanti, a tutti il regista pone domande (anche scottanti) sulla sessualità. Ne esce il ritratto di una nazione di incredibili bigotti e ipocriti da competizione.
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