Regia di Rouben Mamoulian vedi scheda film
Popolare e scintillante romanzo d'Ibanez messo in scena con cura ma qui di fiato sin troppo corto per valorizzarne al meglio la ricchezza narrativa potenziale di Mamulian, cui per direttiva di mercato venne consegnata certo carente sceneggiatura a impianto di circa due ore di sviluppi cinematografici. Il regista armeno avvicina con sicuro intuito cognitivo il senso, volta a volta ingenuo e a suo modo anche raccapricciante, dei varj personaggi: quali primitivi moderni ognuno irrimediabilmente coinvolto in negativo fato: di vanità o di remissività o di morte violenta -esamplare la scena, d'antica naturalezza popolana e pagana, in cui la madre del torero Gallardo [Tyrone Power] arriva a pregiudicare la di lui esistenza stessa, nella quale ella non più si riconosce, con giustiziale richiesta, per medesima blasfema sua preghiera in transito da verso la Vergine a verso il Figlio, di annientamento di una carriera che le appare ormai irrimediabilmente integrata tra ottuse convenzioni materiali del momento e del denaro. Sottomesso a stretti tempi cinematografici della Produzione Zanuck, Mamulian -fornito di un insieme di attori che si lasciano guidare senza indugio- ha evidentemente dovuto rinunziare a far progredire il proprio interessante ritmo di sguardi, estetizzante, su ulteriori decisive sfumature del racconto originale: rappresentative, in primis, la ferrea condizione che nondimeno avvince i sentimenti della conturbante Donha Sol [Rita Hayworth], bramata e perduta dal sempre più smarrito e furioso Juan Gallardo, sì come della di lui poco scaltra sposa Carmen [giovanissima Linda Darnell].
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