Regia di Rouben Mamoulian vedi scheda film
Genealogìa di indiscutibile fascino, quella del film di Rouben Mamoulian, che trasformò un remake in un capolavoro del technicolor, con scenografie ispirate a Velàzquez e El Greco e la coppia "perfetta" Power e Hayworth.
Ispirato al romanzo "Sangre y arena" di Vicente Blasco Ibanez del 1919, dal quale Fred Niblo aveva concepito nel 1922 uno dei grandi successi di Rodolfo Valentino, il film di Mamoulian racchiude piccoli grandi tesori che hanno arricchito la storia del cinema.
Ma prima di vedere (o rivedere) il film di Mamoulian, consiglio la visione di quello muto di Fred Niblo (un'ora, 48 minuti e 59 secondi), un vero gioiellino ricco di riferimenti al romanzo dal quale proviene, e che tende a condannare l'uccisione di animali (in questo caso i tori) per fare divertire il popolo, osannante tifoseria indecisa se sacrificare il toro o il torero.
In seguito, giusto per chiudere la genealogia salvo ulteriori tentativi di imitazione, si potrebbe vedere "Ossessione d'amore" (Sangre y arena) girato nel 1989 da Javier Elorrieta.
Quì Sharon Stone gira in Porsche e sniffa cocaina, la sua interpretazione è da "Basic Instint", e in una scena di sesso supera la Jessica Lange di "Il postino suona sempre due volte". Una versione moderna, dunque, dove però le parti riservate alle corride sono rigorosamente rispettate.
Il testo del romanzo di Vicente Blasco Ibanel non viene mai stravolto in nessuna delle versioni cinematografiche sin quì citate, mentre il film di Mamoulian risulta migliore in assoluto per la cura di ogni particolare, dai costumi al set, dal colore alle musiche.
L'infanzia povera di Juan Gallardo (Tirone Power), orfano di padre torero ucciso nell'arena, con la passione delle corride osteggiata dalla madre vedova, si tramuta in fortuna quando viene notato da un ricco impresario senza scrupoli.
Juan Gallardo ha un grande amore, Carmen (Linda Darnell) e due bambini. Ma proprio all'apice del successo, subisce il fascino di Donna Sol (Rita Hayworth), e per lei abbandona le corride e la famiglia.
Ben presto si rende conto che Donna Sol è stata ed è di facili costumi, per cui decide di tornare da sua moglie e di riprendere i combattimenti nell'arena.
Ma durante una corrida incrocia lo sguardo di Donna Sol, e quella distrazione si trasformerà in tragedia, Juan muore trafitto dal toro.
Mamoulian girò il film negli studi della 20th Century Fox, dove fu ricostruita fedelmente l'arena di Siviglia, e nella plaza de toros di Città del Messico. Per quattro settimane trentamila spettatori assistettero alle riprese, ripresi a loro volta, e furono riprese anche regolari corride domenicali, con il torero Armillita, assunto come consulente tecnico.
Sotto la sua guida, Tirone Power si preparò per mesi per imparare ed eseguire con sicurezza l'elaborato rituale della corrida.
Tirone Power trascorse davanti alla macchina da presa 77 degli 81 giorni impiegati a girare il film, e apparve in 420 delle 483 scene che lo componevano. E per due giorni si dedicò a "perfezionare" i baci con Rita Hayworth, con un costo in più per gli studios di 16.000 dollari.
Mamoulian considerava la tecnologia del "processo a tre colori" o Technicolor un veicolo di enorme efficacia nell'espressione di emozioni drammatiche, che con grande maestria utilizzò in tutto il film, a partire dalle sequenze della povera infanzia di Juan, rifacendosi ai personaggi e alle opere di Murillo, dominati da toni neri e marroni bronzati; per le scene di corrida e azione violenta a Goya; per quelle della lussuosa dimora di Donna Sol a Velàzquez; nella cappella si ispirò a El Greco, maestro della pittura religiosa spagnola; per le scene di mercato e di strada si ispirò a Sorollo.
Per i manifesti delle corride furono usati otto originali di Carlos Ruono Llopis, famoso per i suoi dipinti di corride e matadores.
Stessa attenzione ai costumi, studiati per riflettere le caratteristiche essenziali dei personaggi, con i colori che vanno dal bianco al nero, passando per il blu, il rosso, il grigio, il terracotta bruciata.
La produzione dei costumi fu affidata alla nota designer di costumi per toreri, José Dolores Pérez Martinez, che realizzò 37 completi per Power, Quinn, Naish e Corradine.
I costumi di Tirone Power pesavano dai 20 ai 27 chili l'uno, impreziositi di pietre preziose e da ricami, più sette metri di fascia alla cintura, con un costo variante da 750 a 2.000 dollari ciascuno, ben poco se paragonati ai 23.000 dollari di un autentico costume, gioielli inclusi, indossato da Armillita.
La musica contribuì a dare fascino e drammaticità al film, nella prima parte prevale la musica folk spagnola, dedicata alla storia d'amore dei giovani Juan e Carmen: flamenco, canzoni di vaqueros e serenadas, composte da Vicente Gomez, chitarrista madrileno noto per le sue composizioni zingaresche.
Godibile il ballo in un dancing di Donna Sol (Rita Hayworth) e Mando De Palma (Anthony Quinn), ma soprattutto la canzone "Verde luna" cantata da Rita Hayworth accompagnandosi con la chitarra: c'è più erotismo in quei tre minuti che nelle scene "bollenti" di Sharon Stone in "Ossessione d'amore" (Sangre y arena).
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