Regia di Nunnally Johnson vedi scheda film
Una casalinga americana presenta sintomi di personalità multipla. Uno psichiatra si appassiona al caso e fa di tutto per venire a capo del problema.
E' un film interessante e coinvolgente, soprattutto perché tratta di un tema delicato e in fondo misterioso, cioè quello della personalità multipla; e la storia è per di più realmente accaduta.
La regina della pellicola e Joanne Woodward, che giustamente vinse l'Oscar. L'attrice dà prova di bravura anche perché si cimenta in tre diversi personaggi, o... personalità, e finisce per essere la colonna portante del film.
Quanto a Nunally Johnson, dirige nello stesso modo pacato e concentrato sugli attori, appena un po' statico, che ha esibito anche negli altri film si cui è stato regista. E' anche autore della sceneggiatura, che era poi il suo vero campo, quello per cui aveva la vocazione. Tuttavia, in questo caso, la sceneggiatura è buona ma non perfetta, e il trattamento di un argomento così difficile presenta qualche smagliatura e qualche crepa. Le perplessità si riferiscono, ad esempio, ai troppo repentini cambi di personalità, e al fatto che avvengano su comando del dottore. E' lecito pensare che nella storia vera non fosse proprio così. E poi il finale: è frettoloso e semplicistico, e il film ne rimane troncato.
Detto questo, siamo comunque in presenza di un dramma pregnante, che si segue con attenzione. Devo anche dire che la rappresentazione del trauma infantile della protagonista è, secondo me, molto riuscita: senza inutili enfasi ed artifici, l'episodio fa comunque impressione e appare perfettamente plausibile. Come pure è sicuramente tratto dalla storia vera il fatto del particolare insignificante – cioè la tazzina blu – il quale copre il ricordo di ciò che non si vuole ricordare.
Il marito della donna, infine, è interpretato da un attore di second'ordine, ma forse è azzeccato proprio per questo: l'uomo, infatti, è scialbo e ottuso, e mal si adattava ad un attore troppo espressivo.
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