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Le campane di Santa Maria

Regia di Leo McCarey vedi scheda film

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La recensione su Le campane di Santa Maria

di jonas
4 stelle

Padre Crosby e sorella Bergman, dopo aver superato le loro divergenze di vedute, risollevano le sorti di una scuola parrocchiale; il primo (che gira sempre in clergyman e cappello di paglia, incurante dell’assurdo abbigliamento) trova anche il tempo per far rimettere insieme i genitori separati di un’alunna e per esibirsi in alcuni numeri musicali. Non ho visto La mia via, ma mi sembra che questo sequel abbia una sua autonomia narrativa; più che altro mi aveva incuriosito la citazione straniante che ne viene fatta in Magdalene, e in effetti è un film che esemplifica alla perfezione l’immagine idealizzata della suora: banalmente edificante, stucchevolmente mieloso, smussa accuratamente tutti i contrasti e non spinge mai le situazioni fino a raggiungere il vero dramma. La presenza di Henry Travers (futuro angelo senza ali in La vita è meravigliosa, qui un surrogato di Scrooge prima e dopo la redenzione) può anzi suggerire un confronto diretto con Capra, di cui questa è una versione sempliciotta e aproblematica, con personaggi privi di spessore. A parte tutto ciò, ci sono inverosimiglianze marchiane: possibile che un ragazzino debba imparare a tirare di boxe da una suora (appositamente edotta su un manuale)? possibile che un malato di tubercolosi venga curato a sua insaputa, neanche fosse Scajola?

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Ultimi commenti

  1. steno79
    di steno79

    Io ho visto anche La mia via (per me voto 7) e questo film (per me voto 6): il primo film è un pò migliore di questo, tuttavia sono entrambi troppo sentimentali, edificanti e semplicistici nello schema narrativo, come giustamente sostieni. La mia via vinse pure sette Oscar, francamente esagerati se si tiene conto dei suoi meriti reali (anche l'interpretazione di Crosby è solo "normale", non si capisce che cosa abbia di speciale da meritare la statuetta). Questi film appartengono già sl periodo di declino del regista McCarey, che però era stato grande durante gli anni Trenta con film come Duck Soup dei fratelli Marx, L'orribile verità (ottima screwball comedy con Cary Grant, l'ho vista ed è divertentissima) e Cupo tramonto, considerato uno dei grandi capolavori sulla vecchiaia. Nel dopoguerra, invece, come ricordo nella mia recensione a Storia cinese, si mise a girare addirittura film di propaganda maccartista, che francamente ne sminuiscono la statura artistica (Storia cinese è proprio brutto, e l'altro My son John, inedito in Italia, sembra che sia ancora più delirante). L'ultimo film degno di nota del regista fu Un amore splendido con Cary Grant e Deborah Kerr. saluti, stefano

  2. jonas
    di jonas

    Io ho una certa simpatia per Missili in giardino, pur essendo indiscutibilmente una commediola senza pretese: forse fu il suo tentativo di far dimenticare appunto i trascorsi maccartisti.

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