Regia di King Hu vedi scheda film
"Riempite un secchio d'acqua limpida al ruscello."
I tre monaci eseguono. Viene chiesto loro come hanno proceduto.
Hui Tung: "Ho lavorato coi miei fratelli. Solo quando molti ruscelli si sono riversati nell'oceano esso riflette la luna piena." (Un flashback ci mostra che hanno ripulito l'acqua dalle impurità con dei cucchiai)
Hui Wei: "Ho filtrato l'acqua in un velo. Bisogna continuamente liberarsi dai pensieri terreni."
Hui Ssu: "Le cose sono quel che sono. Mente pulita, acqua pulita." (Riempie il secchio come viene e si mette a meditare)
Questo un po' a dar conto del cuore spirituale del film. Il cuore della trama, che non rappresenta però il senso del film e l'esperienza che se ne ricava da spettatore. L'inizio è più indicativo, sembra una dichiarazione d'intenti: figure in un paesaggio ( "figures in a landscape", ricordate il film di Losey? In italiano CACCIA SADICA. Lì certo era tutto più simbolico ma a volte sembrava un mero pretesto per ampi paesaggi pittorici. Divago, ma non troppo...). Tre figure che passano da una strada sabbiosa al tripudio di natura della montagna (non vuota), tronchi e rami flessuosi con chiome accese a far da cornice ai nostri viandanti , campi fitti, sole che filtra. .. una bellezza impossibile da descrivere che ci dice quale sarà il pregio maggiore del film (e non un pregio da poco).
La trama. Per decidere il suo successore alla guida di un monastero buddista un abate riunisce attorno a sè le personalità più importanti della regione: ricchi benefattori, laici illuminati e uomini di legge. Si scatena la competizione sia per il posto di abate, con i vari candidati che tramano supportati dai diversi poteri, sia per rubare una preziosa e sacra pergamena custodita nel monastero. Intanto alla brigata si aggiunge un reo ivi condotto in manette e gogna perchè desideroso di convertire la prigione in monachesimo...
Scenari splendidi (pescati in Corea): un colossale monastero immerso nel verde, laghi, cave come luoghi di meditazione, scogliere, boschi per inseguimenti e combattibenti (diversi boschi, di varia natura. Ce n'è uno stranissimo di tronchi verdi contorti ). King Hu aveva certamente un occhio fuori dal comune. E si intuisce subito dove i vari LA TIGRE E IL DRAGONE e compagnia bella abbiano preso idee (vedi le eroine), scenari e spunti di ogni genere. Si riporta che Hu fosse sin da giovane appassionato di opera e questo certo può dire molto del suo approccio prezioso alla composizione delle immagini (e può dire molto forse anche degli eleganti e fieri personaggi femminili da lui introdotti nel genere)
I sapienti fanno notare che il film non appartiene al genere "wuxia" perchè manca lo "xia"(cavaliere errante). Ma è un po' un cavillo, visto che King Hu è dalla prima ora un rinnovatore del wuxia e qui la variazione sul tema non è così eclatante ( sono presenti comunque altri elementi del wuxia di Hu: misticismo buddista, combattimenti coreografati, personaggi femminili forti; e anche laghi e fiumi, luoghi del mito nel wuxia classico).
Verrebbe voglia di fermarsi qui e godersi lo splendore. Ma purtroppo c'è qualcosa che non funziona nell'intreccio che impedisce di appassionarsi pienamente alla storia. Quello che risulterà il personaggio centrale, quello maggiormente in grado di coinvolgere lo spettatore, compare dopo tre quarti d'ora dall'inizio, diviene il fulcro spirituale del film ma NON prende parte ai combattimenti. Questo finisce per frammentare ancora di più una trama già in partenza spezzata dai doverosi momenti di lotta che appartengono al genere. Sembra che il cuore del film sia staccato dal resto. L'inizio è un gioco a guardie e ladri (o piuttosto un ladri vs. ladri) in cui non si tifa veramente per nessuno. Forse sviluppando maggiormente i personaggi del reo e della ladra Volpe Bianca, magari intrecciando i loro cammini, si poteva dare più coesione al tutto. Forse. E forse non è un problema da poco visto che il film, a quanto si dice, fu un flop al botteghino.
Apprendo che il film ha un "gemello" (non perchè le trame si somiglino) di taglio più fantastico: LEGEND OF THE MOUNTAIN, girato anch'esso in Corea nel '79 subito appresso all'altro con solo qualche interprete diverso.
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