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Ritual

Regia di Mickey Keating vedi scheda film

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La recensione su Ritual

di undying
2 stelle

Scomposto thriller che affonda il soggetto nel poco esaltante sottogenere definito snuff movie. Purtroppo si tratta di un'opera prima realizzata da un debuttante privo di mezzi e -soprattutto- senza idee. Sperimentale, minimalista, fotografato e girato malissimo. Una tortura sì, per i nostri occhi.

 

Notte di Halloween. Lovely (Lisa Marie Summerscales) invoca il soccorso del suo compagno (Derek Phillips) telefonando da una camera d'albergo. Raggiunto il posto l'uomo trova Lovely in stato di shock, perché ha preso a coltellate un individuo che ha tentato di abusare di lei. Tra gli effetti personali dell'aggressore la coppia rinviene una telecamera con all'interno una videocassetta contenente il video di un brutale omicidio compiuto, ai danni di una ragazza, da una setta mascherata. Probabile destino che sarebbe toccato a Lovely se non avesse reagito. Il fatto è che il gruppo di criminali, amanti di snuff movies, sta raggiungendo l'albergo, luogo di incontro con la persona aggredita da Lovely.

 

locandina

Ritual (2013): locandina

 

Mickey Keating scrive e dirige il suo debutto dietro la macchina da presa. Un debutto poverissimo -nonostante l'alto numero di produttori coinvolti- e non solo in termini di budget. Keating non ha una minima idea di come scrivere (e girare) un film. Quindi punta a colpire (fallendo miseramente) al basso ventre. E cosa più fastidioso del tema snuff? Oltretutto con un finale nerissimo. Questo tipo di progetto ha senso se a dirigere sta un virtuoso della macchina da presa, ovvero qualcuno in grado di dare un alto senso estetico alle immagini, realizzando buone riprese. Tutto il contrario di questo Ritual, girato con macchina a mano, con riprese mosse e sfocate nonché con una pessima illuminazione. E considerato che il film è girato con unità di tempo (una notte) e luogo (l'Hotel), si può facilmente intuire il risultato. Non avendo a disposizione mezzi, Keating punta alla tensione, che dovrebbe essere evocata anche dalla colonna sonora, in realtà una strampalata messa insieme di note meccanicamente iterative, sputate su un leitmotiv costante e ripetuto sino alla nausea. In questo Ritual non funziona proprio niente, essendo ridotto a zero anche il tasso di esplicita violenza. Può incuriosire per il cameo di Larry Fessenden (è l'addetto dell'albergo) e per l'incredibile fatto che un prodotto così amatoriale sia finito tra i titoli dell'After Dark Horrorfest. Ma alle sorprese non c'è fine, perché in un Mondo regolato da meritocrazia Keating non avrebbe avuto ulteriori speranze di proseguire la carriera di cineasta. E invece no: nel 2015 dirige Pod e Darling, nel 2016 Carnage park e l'anno seguente Psychophats e probabilmente -visto che deve godere di buoni sponsor- ce lo ritroveremo più spesso accreditato come director. Un buon erede di cineasti mancati per capacità (ma irragionevolmente assai prolifici) tipo Ulli Lommel, Fred Olen Ray e -per certi versi- Jesus Franco. Insomma, questo Keating rientra nella categoria di registi appartenenti al movimento... "se li conosci li eviti".

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