Regia di Herbert Ross vedi scheda film
Con “Due vite, una svolta”, siamo dalle parti della commedia corale al femminile, puntellata di venature melodrammatiche. Confezione impeccabile ed elegante come nello stile del regista, il compianto e troppo poco preso in considerazione Herbert Ross. Eppure si avverte la mancanza di qualcosa: trattandosi di un accorato omaggio a un ambiente caro all’autore, non per nulla ex coreografo, gli innumerevoli episodi di balletto – la parte migliore del film, ovviamente – rischiano di dominare sullo spunto principale, il rapporto di amicizia/conflitto fra le due protagoniste, finendo per sottrarre un po’ troppo margine. Benché un film di attrici, senza nulla togliere alla bravura delle interpreti principali (Anne Bancroft una spanna sopra Shirley MacLaine), il meglio viene proprio dai numeri di danza tra un giovane Mikhail Baryshnikov e l’esordiente, luminosa Leslie Browne. Meno riuscito di “Pennies From Heaven” e soprattutto “Provaci ancora Sam”, ma al contempo più intenso e meno sdolcinato di “Fiori d’acciaio”. Comunque memorabile la zuffa tra le protagoniste sui tetti del Lincoln Center, che sfocia in una risata assolutoria.
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