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Che Dio ci perdoni

Regia di Rodrigo Sorogoyen vedi scheda film

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La recensione su Che Dio ci perdoni

di emil
8 stelle

Un serial killer di anziane donne madrilene, invisibile ed imprendibile. Due poliziotti moralmente a pezzi andranno fino in fondo.

 

2011. La cattolicissima Madrid si prepara ad accogliere la visita del capo della cristianità'; tutto deve essere perfetto, nulla deve turbare il clima di questa occasione. La polizia ha già il suo bel da fare per mantenere l'ordine pubblico fra le proteste degli “indignados”e gli scontri in strada, serpeggia però un inaspettata minaccia: un killer che colpisce solo donne anziane. Al caso vengono affidati due ispettori: Louis Velarde (Antonio della Torre) e Javier Alfaro(Roberto Alamo), uomini caratterialmente agli antipodi ma capaci di creare la giusta sinergia lavorativa; balbuziente ed introverso il primo, squilibrato e furastico il secondo. Entrambi ossessionati dalla caccia al killer, entrambi con più di qualche scheletro nell’armadio.Insieme cercheranno di assicurare il colpevole alla giustizia, ma pagheranno un prezzo altissimo.

 

Notevole prova del regista Sorogoyen, capace di raccontare una crime story senza distogliere lo sguardo dal proprio paese. Emerge così una Spagna cattolica ed ipocrita , tutta di facciata e dedita a nascondere la sporcizia sotto il tappeto. L' ancora di salvezza è affidata alle istituzioni, martoriate da lotte interne e rallentate da burocrati di polistirolo ; a due poliziotti separati in casa, con cui nessun vuol lavorare,  è data l'opportunità di riscatto, perchè come spesso accade,  il meglio arriverà dal peggio.

 

Noir dall'impostazione classica, capace di istantanee brutali e di squarci visionari disturbanti, attento alla definizione dei caratteri, va a segno soprattutto per lo spessore dei personaggi. Discreto il ritmo, più che buona la tensione, aiutata da una messa in scena arida e spoglia, come lo squallore  che avvolge i crimini.

Un epilogo meno frettoloso ne avrebbe fatto un opera ancora migliore.

 
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