Regia di Gastón Duprat, Mariano Cohn vedi scheda film
Interessante film, ottima l'interpretazione di Oscar Martinez! Un connubio di risate e dispiaceri, di monologhi che tagliano l'aria e di silenzi carichi di rumore.
El ciudadano ilustre (in italiano, Il cittadino illustre), inizia paradossalmente con la fine, secondo il protagonista, lo scrittore argentino Daniel Mantovani, della carriera dello stesso scrittore. Egli, mentre riceva il premio nobel, segno che la sua carriera ha raggiunto il massimo e non è più grado di raggiungere altre vette, manifesta tutta la sua disapprovazione nel ritirare l'ambito premio, esternando tutte le sue preoccupazioni davanti la numerosa platea, i reali e i giudici dell'ambito riconoscimento.
Dopo cinque anni di vuoto, in cui lo scrittore non è stato più in grado di scrivere nulla, tra le tante lettere di inviti a eventi, inaugurazioni, tutte sempre declinate, una attira particolarmente l'attenzione di Daniel. Egli infatti è stato scelto per diventare un cittadino onorario del paese in cui è nato, Salas, in Argentina, dove ormai non torna da anni.
Egli è infatti fuggito da quarant'anni, ha abbandonato fisicamente i luoghi della sua infanzia e della sua adolescenza, le persone a lui care, per inseguire il suo sogno. Come ogni scrittore, egli vive la sua terra attraverso i personaggi e i luoghi dei suoi libri, in cui si mostra ancora profondamente legato al territorio argentino, in cui ha lasciato le radici anni prima.
Al ritorno in patria, Daniel è accolto come un eroe, come il figliol prodigo tornato anni dopo un lungo girovagare. Tutti lo vogliono, tutti lo inseguono, ma in realtà nessuno lo capisce. Egli vuole fuggire dalla pesante oppressione del mondo nel quale ha vissuto tutto quel tempo lontano da Salas, cercando, nella terra natia, la pace e la serenità che ormai da tempo gli mancano. Proprio per questo motivo egli decide di evitare che il suo arrivo si venga a sapere in giro, ma soprattutto che i giornalisti interrompano quel nastro riavvolto e riportato a quarant'anni prima.
Dopo i primi momenti di imbarazzo, in cui Daniel si tuffa nuovamente nella stravagante vita di provincia, dove vivono coloro che sono fuori dal mondo, tutti i rancori, i dispiaceri, l'ipocrisia delle persone di Salas, tornano a galla, ricordando a Daniel il motivo per cui era fuggito da quel posto, constrigendolo nuovamente a rifare le azioni di quarant'anni prima e a non tornare mai più.
Dopo un piccolo incidente che mette a repentaglio la sua vita, Daniel torna in Europa con delle idee, con qualcosa da dire. Egli, infatti, ha scritto un nuovo libro, ed è, una volta fuggito definitivamente dai fantasmi del suo passato, pronto a immergersi nuovamente nella sua solita vita, quella piena di incontri, eventi, inaugurazioni, piena di flash, di giornalisti, nel continuo caos moderno, dove la differenza fra ciò che è privato e ciò che è pubblico non esiste più, ed è del tutto impercettibile.
Il film è sicuramente ben fatto. Scorre piacevolmente, non annoiando quasi mai. Il ritorno nostalgico di Daniel, è pieno di posti che non esistono più, dove la forza del tempo che scorre non ha lasciato nulla, nemmeno le parole per esprimere la rabbia, la frustrazione che si ha quando si vive in luoghi di provincia come Salas. Non ha lasciato nemmeno che l'immaginazione e il ricordo rendessero tutto un po' meno amaro, cancellando un mondo che lo scrittore, attraverso i suoi numerosi libri, non aveva mai abbandonato. Bisognerebbe tornare nella propria terra natale dopo tanti per poter capire cosa significa rivivere certe situazioni, camminare in strade e luoghi che magari nascondono un ricordo recondito, a cui è aggrappato un momento importante, triste o felice che sia. La musica che accompagna le passeggiate di Daniel è veramente piacevole, e rende ancora più forte il senso di nostalgia.
Una piccola pecca, a mio parere, è stata quella di aver esagerato con la caratterizzazione dei personaggi del paese, che risultano, in alcuni frangenti della pellicola, melodrammatici.
Tuttavia, nonostante questa piccola defezione, il film è assolutamente da vedere. Può essere goduto sia in lingua originale (come io ho avuto il piacere di fare), o doppiata.
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