Regia di Giovanna Gagliardo vedi scheda film
Un anziano chiede a un giovane sconosciuto di accettare la sua eredità. Ma in cambio dovrà assumere anche la sua identità.
Nel 1981 la Rai propose una miniserie di sei pellicole da un’ora circa di durata ciascuna e di genere horror gotico, tratte da un sestetto di romanzi o racconti di tale genere e dirette da altrettanti registi. Questo è l’ultimo episodio in ordine di messa in onda ed è l’opera seconda di Giovanna Gagliardo, già attrice e giornalista, nonché dietro la macchina da presa – sempre per la tv di Stato – nel 1978 per Maternale. Il lavoro di per sé come fattura è poca cosa: scene e costumi piuttosto poveri, nessun interprete di particolare richiamo e una sceneggiatura (scritta dalla stessa regista, partendo da una storia di H. G. Wells) che si presta a lunghe sequenze in interni fatte per lo più di dialoghi, con la predominante presenza della voce off a risolvere sbrigativamente gran parte del lavoro della messa in scena. Il ritmo non è altissimo, ma la confezione è esteticamente sufficiente e la morale di fondo che riflette su temi come lo sdoppiamento e l’immortalità è di certo intrigante; fra gli attori compaiono Alfredo Pea, Josè Quaglio, Anna Nogara e Stefano Madia. Musiche di Stelvio Cipriani, barocche quanto basta. La Gagliardo proseguirà la sua carriera registica prevalentemente sul versante del documentario. 2,5/10.
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