Regia di Marc Webb vedi scheda film
Webb riacquista lo smalto perduto, dirigendo eminentemente gli attori e filmando con accorgimenti registici che non dispiacciono.
Persino la sofisticata materia grigia di un genio accusa il bisogno di svagarsi e di rilassarsi, di tanto in tanto. Anzi, spesso è proprio un'istante di pausa dall'attività cerebrale a dare l'input per un'intuizione o per – appunto – un colpo di genio. La storia della scienza lo insegna con eloquenza e questa commedia dolceamara lo riafferma con tatto. Nella mezz'ora introduttiva (e in generale nel primo tempo), il film di Marc Webb si accoccola nei ranghi di moduli sbiaditamente tradizionali, ma spiega poi le ali con l'avvincente face to face tribunalesco tra chi (Lindsay Duncan, la madre) vorrebbe imbrigliare totalmente il talento del nuovo Albert Einstein per garantire all'umanità un progresso futuro e chi (Chris Evans, il figlio) reclama il diritto delle menti "speciali" a una vita "normale". Quella della bimba prodigio Mary Adler (una dolce Mckenna Grace) non è una vicenda rielaborata dalla realtà – lo script di Tom Flynn è originale – ma è talmente ben congegnata da commuovere come se lo fosse, benché l'iniziale interesse suscitato dalla prematura sagacia intellettiva della piccola sbiadisca via via. Lasciatosi alle spalle la pesantezza digitale di The Amazing Spider-Man 2, Webb riacquista lo smalto perduto, dirigendo eminentemente gli attori e filmando con accorgimenti registici che non dispiacciono. Grandiosa Octavia Spencer. Da raffrontare con Il mio piccolo genio.
Colonna sonora di Rob Simonsen.
♥ BUON film (7) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
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