Trama
Italia, 1944. Sui colli bolognesi, una famiglia di nobili decaduti sopravvive al proprio declino economico nell'unico luogo che ancora possiede: la tenuta di Villa La Quiete. Il Duca Pier Donato Martellini e la Duchessa Romola Valli, stanchi e avviliti, risiedono nel loro podere con la servitù ormai ridotta ai minimi termini: un giovane giardiniere cieco e un maggiordomo sordo, entrambi reduci di guerra; e Giovanna, la cuoca costantemente arrabbiata ed eternamente innamorata. Come se non bastasse devono prendersi cura del figlio Jean-Jacques, un immaturo cinquantenne che passa le sue giornate a comporre poesie con un unico tema ricorrente: il Bologna FC. La soluzione a tutti i problemi si presenta alla villa in un pomeriggio qualsiasi: un uomo e due donne in fuga, chiedono rifugio ai Duchi. Sono ebrei, si chiamano Beniamino, Anna e Stefania. Sono disposti a pagare con un lingotto d'oro ogni mese di permanenza e promettono di migrare altrove subito dopo la fine della guerra. La Duchessa, dopo aver accettato, fa di tutto per sedare sul nascere ogni tentativo della servitù e del marito di rubare il tesoro agli ospiti e prende in mano la situazione. Il suo ordine è semplice: non fare nulla, aspettare che la famiglia di “rifugiati” mantenga la promessa e doni più lingotti possibili. Proprio nel momento in cui il Duca e la Duchessa intravedono finalmente una rinascita nobiliare, la guerra finisce. Terrorizzati dalla possibilità di perdere l'unica fonte di guadagno, con l'aiuto del figlio e dei collaboratori domestici, organizzano una serie di rocamboleschi escamotage, pantomime e sotterfugi per fingere che il conflitto non sia ancora finito. Un giorno, però alla villa, si presenta un uomo che Anna, Stefania e Beniamino conoscono bene: Franco. Da quel momento, tutto cambia e niente sarà più come sembra.
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Commenti (1) vedi tutti
Film originale, ben diretto e finalmente una black commedy all'italiana. Cast stellare con una menzione speciale per un monumentale Raffaele Pisu e un gigantesco Giancarlo Giannini, che nel suo cameo finale non solo dà un senso alla sceneggiatura ma nche grande dignità al film.
commento di MEO66