Regia di Anthony Dawson (Antonio Margheriti) vedi scheda film
Un film minore, girato "fuori stagione", da uno dei più significativi rappresentanti del cinema gotico italiano.
In un tetro castello scozzese vive la famiglia MacGrieff presso la quale giunge la giovane Corringa (Jane Birkin). Qui é presente anche il dottor Franz (Anton Diffring), medico coinvolto in falsa dichiarazione su un decesso avvenuto in passato nel castello. James (Hiram Keller) è invece considerato folle e quando inizia una catena di delitti è il primo ad esserne sospettato come responsabile. Corringa è inoltre suggestionata da una leggenda sorta attorno alla dinastia dei MacGrieff: ogni componente della famiglia, se ucciso da un consanguineo, torna a vivere come vampiro...
Che brutto film che gira Margheriti. E il disappunto è maggiore perchè il regista lavora davvero bene e realizza sequenze affascinanti e curate, ma purtroppo senza una storia che ne giustifichi la realizzazione. Siamo in anni di tendenza cinematografica gialla (e il titolo zoonomico ce lo ricorda) ma gli autori (Margheriti con Giovanni Simonelli e Ted Rusoff) optano per un intricato gotico stile Hammer poco suggestivo e piuttosto scontato nello sviluppo.
Non è certo il colpo di coda finale (con disvelamento dell'identità del killer) a rendere più interessante un film piatto e privo di tensione. Non solo, anche sul versante erotico qui gli ingredienti sono del tutto assenti. Per motivare il titolo, qua e la un paffuto micione dal pelo lungo (assai spiazzato) fa la sua comparsa. Che il regista sia il medesimo dei riusciti predecessori tipo Danza macabra, I lunghi capelli della morte e Contronatura riesce difficile da accettare. Anche se la caduta di stile, l'errore, è cosa umana. E certamente non sminuisce l'importanza di una filmografia interessante come quella di Margheriti.
Da segnalare comunque la buona prestazione del cast nel quale risalta, per un ruolo lievemente più consistente del solito, la presenza del bravo caratterista Venantino Venantini.
Curiosità
Il produttore del film è Luigi Nannerini, in seguito a lui si deve, sempre in ruolo di coproduttore, una delle serie di sette film horror (destinati al circuito televisivo) tra i peggiori mai concepiti, quelli del ciclo Lucio Fulci presenta. Uno degli sceneggiatori di La morte negli occhi del gatto (Giovanni Simonelli) realizza in seguito, per lo stesso ciclo, il suo unico film da regista (Hansel e Gretel).
Collegamento alla serie TV (approfondimento)
Curiosità 2
Uno degli attori feticcio di Margheriti ricopre qui un piccolo ruolo. Si tratta di Luciano Pigozzi, solitamente accreditato nel cast come Alan Collins e sopranniminato -data una vaga rassomiglianza, e per ruoli cinematografici assegnati- il "Peter Lorre italiano".
La morte negli occhi del gatto è disponibile in una bellissima versione Dvd Cecchi Gori/Surf video che può contare sul riversamento eseguito da un negativo restaurato nel formato anamorfico 2.35:1. Ottima anche la traccia audio. La versione dura 1h30m30s.
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