Regia di Daniel Ragussis vedi scheda film
Imperium – La Recessione.
Ovvero Nazi-Potter non delude.
Avevamo visto poco tempo fa Daniel Radcliffe impegnato nella parte di un cadavere scorreggiante in Swiss Army Man, un film che ci ha stupito, riuscendo a essere allo stesso tempo divertente tristissimo; sì, è un complimento complicato, ma quanto mai veritiero. Il 2016 deve essere l'anno della rinascita per l'ex-maghetto e lo ritroviamo nella parte dell'agente infiltrato nel film Imperium. Se vi fermate a pensare, Daniel Radcliffe, più che l'agente, potrebbe interpretare un adolescente sfigato anche alla età di quarant'anni e questo probabilmente l'ha notato anche il regista. La sua corporatura da hobbit sfigatello e lo sguardo da perdente viene sfruttata a pieno per caratterzare il personaggio; così, nella prima parte del film, ci viene mostrato un Radcliff sfigatello, tipico scricciolo da scrivania, preso per il culo dagli altri agenti. D'altronde, basta guardare il nostro protagonista per vedere che non è il tipico super sbirro dell' FBI tutto muscoli e distintivo. La crescita interiore del protagonista viene innescata dalla collega Angela Zamparo, che lo convince ad entrare sotto copertura in un gruppo di nazifascisti per bloccare un attentato. Mentre vediamo il protagonista maturare scena dopo scena, ci viene mostrato anche l'ampio spettro delle associazioni nazifasciste presenti negli USA. Un tempo conoscevamo solo i mitici nazisti dell'Illinois, ma a quanto pare il rincoglionitismo da pelata militante oltreoceano assume molte sfaccettature. Vediamo susseguirsi sullo schermo tutte le varietà possibili: i tipici nazi da bar di periferia, sempre pronti a salutare romano e a fare casino, bestie ignoranti che sparlano di Hiltler e di qualsiasi ideologia di destra estrema a vanvera, senza saper bene quello che dicono; i più pacati nazi-cristiani, convinti che un dio bianco abbia creato il mondo per i bianchi; i classicissimi esponenti del KKK, con i loro folkloristi cappucci, gente senza palle che non ha il coraggio di metterci la faccia, ed altri modelli stereotipati di estremista di destra, che sembrano sempre usciti da una vignetta delle Sturmtruppen, anche se ben delineati e descritti dal regista. L'indagine del nostro protagonista sembra andare completamente a puttane, mostrandoci gli amici pelati come gente in grado solo di fare manifestazioni che incitano l'odio razziale, incapaci di fare molto di più, come se fossero un espressione vivente ed associata di un nuovo tipo di autisimo. Un ottimo espediente per far riflettere lo spettatore sulle motivazioni dei nazifascisti. I Nazi sono solo una espressione di una sottocultura di ignoranti di periferia oppure sono un gruppo terroristico che ha bisogno solo di una migliore organizzazione? Oppure è possibile, tramite un approccio più moderato, reclutare più persone disposte a mettere in piedi una guerra razziale? Queste ed altre domande sono i quesiti che la pellicola pone allo spettatore, mostrandoci le reazioni del protagonista nei confronti dei diversi approcci al fenomeno e delineandoli in maniera discretamente dettagliata. Questo Imperium, per quanto la morale presentata ricordi un po' American History X rivista in salsa poliziesca, è la dimostrazione che Daniel Radcliffe è un ottimo attore a cui speriamo non rimanga per sempre appiccata l'etichetta del maghetto adolescente. Unica pecca del film il finale didascalico che sembra inserito dopo il vero degno finale, per spiegare le reazioni del protagonista e le conseguenze pagate da alcuni dei nazi che vediamo nel film. Risulta un po' come un'inutile aggiunta per chi non è riuscito a capire il succo della pellicola, ma d'altronde magari l'ha guardata un nazi e sapete com'è, non gli è facile arrivare a certe conclusioni.
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