Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Il mio primo approccio con il film d’esordio di Giuseppe Tornatore, avvenne molti anni prima che il cinema divenissimo la mia passione più affamata, e solo moltissimi anni dopo seppi che era il film d’esordio di uno dei registi che, negli anni, ho più ammirato.
La controversa storia de 'O Professore Vesuviano, Raffaele Cutolo, capo e fondatore della nuova camorra organizzata, viene raccontata da Tornatore senza filtri, in modo crudo, riprendendo i fatti di cronaca, aiutandosi con l’omonimo romanzo del giornalista Giuseppe Marrazzo, ricostruisce la cronaca nera dell’epoca catapultando lo spettatore negli anni più bui che colpirono la Campania.
Avvalendosi della straordinaria interpretazione di Ben Gazzara, più che convincente nei panni di Cutolo, Tornatore costruisce un racconto fedele e senza mezzi termini, in un film di quasi tre ore, che inizia con un Raffaele bambino che si presta a favore della camorra prima di finire, ormai adulto, in carcere per l’omicidio ai danni di un uomo che aveva osato fare delle avances alla sorella. Da lì in poi il racconto della sua “carriera” camorrista, dei suoi metodi per imbonirsi il popolo, comprando la loro fame, e tutte le manovre gestite dal carcere, attraverso figure che lo affiancano a distanza, che gli permisero di costruire un impero di corruzione e denaro.
Ho amato da subito e per sempre la pellicola di Tornatore, con i suoi toni scuri, gli ambienti anonimi ma tipici di quei tempi, i personaggi odiosi dal carattere ignorante ma a loro modo lungimirante. Tutto è esattamente uguale a come la terra, in parte anche mia, ha deciso di partorire quegli essere abbietti e Tornatore diventa portavoce di una realtà che ci mostra vivissima. Una pellicola censurata, ritirata dalla sale dopo pochi mesi dalla sua uscita ma che successivamente riuscì a trovare il suo posto nel mondo della settima arte.
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