Regia di Werner Herzog vedi scheda film
42 anni fa herzog si recò nell'africa sahariana e da altre parti nel mondo e girò questo testo. film, documentario sperimentale, qualsiasi termine si decida di usare per identificare il cinema di herzog, può andare bene ed essere corretto. attraverso la divisione nei tre capitoli del popol vuh(la creazione, il paradiso e l'età dell'oro)herzog ci porta in un mondo originario composto solamente da terra e acqua(dopo che due pianeti si schiantarono l'uno contro l'altro e inglobandosi formarono il nostro pianeta, secondo una tesi vista e sentita su national geographic, credo...).utilizzando l'artificio ottico chiamato "fata morgana" una sorta di complessa e insolita forma di miraggio, veniamo catapultati indietro in un tempo che gli scienziati possono immaginare che fosse, ma grazie al libro della comunità di popolazioni guatemalteche, sappiamo essere stato così. gli dei, gli spiriti, la trinità nel cuore del cielo decisero di cominciare a creare cose per riempire la terra dopo che fu ordinato alle acque di lasciare spazio alla terra. i primi tentativi falliti, come la consapevolezza che gli animali non potevano parlare, oppure i due tentativi andati male di creare un essere umano che potesse appunto esprimersi attraverso la parola e pronunciare i nomi degli dei. esperimenti distrutti fino a quando l'uomo che parlava arrivò, giunto, plasmato. l'uomo che poteva prendersi cura di loro, pregandoli e costruendo loro templi per idolatrarli. partito con le riprese di svariati aeroplani che atterrano in un aeroporto, che io ho intepretato come svariati viaggi indietro nel tempo per giungere ai tempi in cui ancora il gran minestrone stava formandosi, passando per la creazione nelle cui acque prendeva forma la vita primigenia (i laghi salatissimi con le acque acide e rosse dove i flamingo nidificano)si arriva al paradiso, luogo in cui l'uomo per l'appunto è in uno stato paradisiaco(locali che creano la calce, lo scienziato che studia i varani della sabbia raccontandolo quasi con una sorta di rancore per la fatica che occorre sopportare per ottenere informazioni)in cui il mondo è come dio lo ha creato.... alle parole spesso si accompagnano immagini contraddittorie, come per esempio pozzi petroliferi con le loro fiamme da cui si innalzano neri fumi, distese recintate con barili e botti apparentemente abbandonate o in attese di essere riempite, baracche in lamiera di locali, carcasse di macchine e camion e carcasse di animali. desolazione di un ambiente che non perdona e di un essere umano forse non del tutto perfetto(nonostante idolatri, anche troppo, il proprio dio)che semina inquinamento ovunque. del resto come ci informa la voce, "in paradiso gli uomini vengono al mondo già morti" e quindi in uno stato paradisiaco ottimale, sorta di dei loro stessi. alla fine si approda all'età dell'oro in cui l'uomo e la donna vivono in armonia, le guerre sono state sconfitte per sempre, gli uomini non si dimenticano dei loro dei per non infrangere l'accordo originale e si scorgono ancora tracce del paradiso. la cosa che affascina è che tutto ciò è raccontato nell'invidiabile concisione di 78 minuti. herzog pare tranquillo e in pace quando relaziona tutto ciò e così anche chi guarda e vede. c'è una sorta di profonda empatia tra lui, il testo e chi decide di vedere e ascoltare ciò che lui ha deciso di riprendere e dire. c'è un sottotesto lievemente ironico(o svariati)ad affermazioni quali "l'uomo e la donna vivono in armonia" o "le guerre sono state sconfitte", ma è commovente quando dice "si scorgono ancora tracce di paradiso" il tutto filtrato attraverso il fenomeno cosiddetto di fata morgana, dove reale e irreale si confondono ineluttabilmente sino alla possibile morte... bè.... grande herzog.... qualcuno ha ancora dei dubbi sul fatto che riesca a creare dei kolossal con il solo uso della parola e ambienti naturali?.... io amo questo uomo.
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