Regia di Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin vedi scheda film
sorprendente documentario che non filma, non documenta, e forse non è cinema (come per gli utenti che mi hanno preceduto). l'unico modo per seguirlo è abbandonarsi quasi ipnoticamente al flusso della voce - non una classica voice over - e delle immagini. ripetute ma vorticose queste ultime, insistente, cantilentante, pacata la voce. un discorso pungolante permea l'indagine tra interiore ed esteriore della protagonista, che riflette tentando di abbandonare gli schematismi borghesi e si ritrae nel linguaggio ripetitivo, schematico e violentemente esatto della trattazione politica. il vitale e disperato appiglio alla realtà è costituito dalle schermate oscurate, a più riprese, una sorta di zona franca in cui ristorare l'occhio e il pensiero, in cui interrompersi e forse riprendere per considerazioni più feconde
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