Regia di Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin vedi scheda film
Il gruppo Dziga Vertov (Gorin e Godard) ci elargisce un'oretta di chiacchiericcio sul '68 sinistroide e dintorni. C'è qualche traccia di autoironia in questo lavoro: la continua ripetizione della parola 'pratica' in un film che è essenzialmente teoria, il ritorno dello schermo nero, per qualche secondo, come pausa di riflessione del film stesso (ma di tanto in tanto sostituito da uno sfondo rosso), i rimandi logici fra le varie parti della pellicola esplicitati dalle parole di commento. Tutto il resto, davvero, è soltanto un'infinita conferenza socio-politica di una grevità estrema, un vacuo filosofare spicciolo che ispira vagamente le immagini, minimali e funzionali ai testi enunciati dal narratore esterno o dalla protagonista Paola stessa. Un documento invecchiato male anche a causa del suo estremismo ideologico, condivisibile o meno, ma sempre di una non indifferente gravosità (e in questo non aiuta la monotonale cadenza della parlata di Paola). La Rai lo commissionò, ma insoddisfatta non lo produsse. 3,5/10.
La vita quotidiana di Paola, giovane militante di estrema sinistra che gestisce tutto (affetti, sesso, studio, lavoro, famiglia) in base all'impegno civile ed alla lotta di classe.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta