Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Un manipolo di soldati attraversa il fondo di una valle percorrendo il letto di un torrente disseccato, e devono vedersela con cecchini e mine, in un tragico massacro progressivo. Interessante film di guerra, che racconta cose di solito lasciate in ombra dalla maggioranza degli altri esemplari dello stesso genere. L'oggetto di maggior interesse del regista - come dice anche il titolo - sono gli uomini alle prese con la vita spossante e massacrante del soldato, dove tra l'altro viene falciata una vita dopo l'altra. Sono stanchissimi, chi con i nervi a pezzi e chi scoraggiato, sporchi, si grattano per i pidocchi, e hanno la barba di qualche giorno, come ci si può aspettare da un distaccamento rimasto sperduto e separato dal loro battaglione. Lo sguardo di Anthony Mann è realistico e direi molto critico verso la guerra e le situazioni assurde che comporta. Gli stessi nemici sono assieme cattivissimi come pure poveri disgraziati come gli americani, con nel taschino della divisa la foto di moglie e figli, che non vedono l'ora di rivedere. Semplicemente si trovano su due fronti opposti perché il loro governi hanno deciso di farsi la guerra, ma sono esseri umani anche loro, travolti dalla logica di odio che il conflitto comporta. Le psicologie dei soldati sono ben definite, come pure è differenziato il modo con cui ciascuno reagisce di fronte a situazioni difficilissime che si trova ad affrontare. E' un film piuttosto anomalo, che cattura l'attenzione con la tensione che riesce a creare, con i suoi silenzi carichi di attesa, e con l'incognita che grava sulla vicenda e la sorte dei personaggi. Ed è troppo poco noto.
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