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Smetto quando voglio: Masterclass

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su Smetto quando voglio: Masterclass

di Piace91
8 stelle

DE-FLA-GRAN-TE!

Dicesi "masterclass": lezione impartita da professionisti di alto livello rivolta a studenti di una particolare disciplina che hanno la possibilità di interagire con l'esperto. La sola differenza tra la masterclass universitaria e quella cinematografica è che quest'ultima è aperta a tutti. Smetto quando voglio (che poi, diciamocelo, non è vero un cacchio: smetto quando me lo impongono, se no lo rivedrei all'infinito) è un prodotto contemporaneo, di futuro prossimo e anche, mi sa, di futuro lontano. La commedia di cui avevamo bisogno: dura, senza scusanti, senza lieti fini; personaggi pieni di problemi che, se va bene, restano, se va male si moltiplicano: uomini colti che tempo fa avrebbero avuto la vita in mano, mentre oggi sono fantozziani nel midollo. SQV-2 è reale, spigolosa, cinica, per niente autoindulgente e per questo estremamente spassosa. 

 

La trama è semplice. Pietro Zinni è in carcere, gli altri componenti della banda dei ricercatori sono in attesa di processo. Una giovane ispettore di polizia vuole affidare a Pietro una missione: trovare trenta droghe legali, trovarne la formula e scorpire chi le produce, in cambio della fedina penale pulita per tutti. Alberto rimette insieme la banda con un paio di nuovi innesti e farà esattamente quello che gli viene chiesto, fino al finale apertissimo (con una scoperta sensazionale) che introduce al terzo capitolo "ad honorem". Già il fatto che si sia pensato a un franchise, non esattamente nelle corde del cinema italiano, ci introduce a una scelta coerente e azzeccata: un film dal contenitore americano e dal contenuto italiano. 

 

Realmente si spazia dalla commedia brillante (come la presentazione iniziale dei personaggi), fino al film d'azione, con un Ducato anni 80 con nos alla Fast and Furious e una sequenza meravigliosa ispirata a Indiana Jones, con tanto di jeep nazista e manate sui vagoni del treno. Il tutto è sorretto da una regia briosa, molto rock e sempre sul pezzo, che piazza bene i rallenty e sgorga sullo psichedelico. Un aspetto frizzantissimo che va a sbattere sulla reale amarezza del film, soprattutto quando ci avviciniamo alla fine; quando Sibilia ci mostra il mondo di oggi per quello che è: un'eterna lotta tra poveri cristi, in cui ognuno è lupo per l'altro e in cui la mia possibilità di successo dipende dalla tua sconfitta. 

 

In definitiva, SMQ-2 è una commedia innovativa, caustica e cinica: scritta bene, sceneggiata bene e con un ritmo sostenuto e mai calante. Soprattutto è stata sfornata da un uomo che ha capito finalmente come mischiare due stili e due culture cinematografiche. Una formula chimica stupefacente. In pratica, una droga. 

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